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02.09.2016 - 09:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Da Antigone all'ingenuità. «Robbiani e Quadri rideranno con la feccia che ti aspettava al varco»

Proseguono i commenti sul caso Bosia. Il parroco di Rebbio: «se la Svizzera non violasse i diritti, non ci sarebbe bisogno di passatori». Delcò Petralli: «se fossero stati figli miei?» E Mordasini e Caratti la "bacchettano"

BELLINZONA - L'argomento del giorno continua a essere il fermo, seguito dal rilascio, di Lisa Bosia Mirra, deputata del PS. C'è chi la osanna e chi la condanna senza mezzi termini, chiedendo le dimissioni.Don Giusto, parroco di Rebbio, confrontato ogni giorno con i migranti di Como, la difende, definendo quanto accaduto «l'effetto, non la causa. Se la Svizzera rispettasse i diritti dei migranti, incominciando dai minori, non ci sarebbe bisogno dei passatori. Può anche aver sbagliato, ma lo ha fatto per una causa giusta. Ha violato la legge sull’immigrazione? Quante violazioni avvengono quotidianamente sul confine?». Si interroga, invece, Michela Delcò Petralli, Coordinatrice del Verdi, riproponendo via Facebook il mito di Antigone sul confine fra legge morale e legge scritta. «Difficile sapere quando è necessario ribellarsi, quando una legge è talmente ingiusta da giustificarne la violazione», ha postato. «Nel caso di Lisa si tratta di minorenni. Come mamma mi chiedo: sarei felice se i miei figli minorenni dormissero in un parco o semplicemente dovessero arrangiarsi senza soldi e senza un punto di riferimento in un paese straniero, quando invece potrebbero raggiungere i parenti in poco tempo? non farei il possibile e l'impossibile per metterli al sicuro?».Corrado Mordasini si è profilato subito come un sostenitore, nonché un amico, di Bosia Mirra, ma affettuosamente la bacchetta tramite il portale GAS social. «Mia moglie mi ha detto una bella frase oggi: “Se tuo figlio fa una c------a puoi insaccarlo, ma rimane tuo figlio e il bene che gli vuoi non scompare”. Ecco. Lisa, questo mi sento di dirti. Anche se entri a piedi pari, come sei solita fare, in quella grande famiglia dell’illegalità fatta per amore, anche se sei in strada insieme a Grüninger e ai ticinesi (leggi qui) che aiutarono illegalmente i cileni a trovare un posto dove riposare i loro pensieri martoriati", ha scritto. «Perché c’è una legge dei codici, scritti da macchine in stanze asettiche e una legge delle persone, che a volte ti fanno fare una cazzata anche se sai che stai per farla. Il partito dovrà biasimarti, lo sai, non ha scelta. Le persone che avevano fiducia in te ora magari sono un po’ spaesate, perché sanno già che i Robbiani e i Quadri rideranno a crepapelle con tutta la feccia che ti attendeva al varco. Perché per loro siamo i buonisti, una razza di c-------i che si fanno intortare dagli immigrati. E poi mica scappano dalla guerra, mica gli hanno ammazzato i parenti. Sono tutti falsi rifugiati, soprattutto quei ragazzini che sanno che come minorenni possono fare il c---o che gli pare. Questo continuano a dire come organetti gli inanimati Robbiani e Quadri. Ma loro non avranno mai nemmeno un briciolo dell’umanità che tu e i volontari di Firdaus avete dimostrato». Un atto che rischia di avere solo una vittima: le persone che in realtà voleva aiutare. È il pensiero del direttore della Regione Matteo Caratti, che al caso dedica l'editoriale odierno. «La signora Bosia è anche deputata Ps, le forze politiche concorrenti avranno buon gioco nel distanziarsi da questo modo di agire che scavalca la legge proprio in un ambito politico dagli equilibri fragilissimi su cui la popolazione preoccupata punta gli occhi. La polemica settembrina è dunque servita su un vassoio d’argento e non mancherà di avere code polemiche anche in parlamento con richieste di dimissioni», analizza così la vicenda dal lato politico. Caratti ricorda poi i servizi del suo giornale per gettare luce sulla situazione dei migranti a Como. «Trovarsi ora a fare i conti con un fermo per favoreggiamento all’entrata illegale, commesso da parte di una persona in prima linea proprio su quel torrido fronte, non può che indebolire l’azione di sensibilizzazione e intervento a favore dei migranti che nella legge cerca protezione. A farne le spese, accanto a chi ora è giustamente inchiestato, finiranno così per essere proprio le persone che si volevano aiutare. Quanta ingenuità!» «“La legge si rispetta!” urlarono col naso che colava sangue, nascondendo i soldi in nero sotto il materasso, guidando in stato di ebrezza e cementificando zone verdi», scrive invece Greta Gysin.
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