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02.09.2016 - 11:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

L'appello di Marchesi, «ticinesi, è l'ultima chiamata!»

Ieri è stato presentato il comitato di sostegno per "Prima i nostri", di cui fanno parte esponenti di tutti i partiti tranne PPD e PS. «Avremmo uno strumento senza aspettare Berna»

BELLINZONA - L'iniziativa UDC "Prima i nostri" non è più una proposta "solo" democentrista. Nella conferenza stampa di ieri del comitato di sostegno, si è scoperto che ne fanno parte diversi esponenti, ovviamente, dell'UDC (da Marchesi a Chiesa), delle Lega (Attilio Bignasca, il capogruppo in Gran Consiglio Daniele Caverzasio, i Consiglieri Nazionali Lorenzo Quadri e Roberta Pantani, Sabrina Aldi), del PLR (Peter Rossi, Andrea Giudici, Elia Del Biaggio), dei Verdi (Tamara merlo, Maristella Patuzzi e Claudia Crivelli Barella), oltre a una decina di imprenditori. Ne abbiamo parlato con Piero Marchesi, presidente del partito.Avete con voi degli imprenditori: come lo leggiamo?«L'economia non è del tutto contraria, chi già condivide il principio sostiene l'iniziativa perché è un concetto che già applica e vorrebbe vedere obbligatorio per tutti. Ci sono purtroppo troppi imprenditori che fanno l'esatto contrario e fanno più rumore rispetto a chi ha un'attenzione ai lavoratori indigeni. Questa adesione è comunque la prova che parte dell'economia ha aderito alla nostra iniziativa». Gabriele Pinoja in conferenza stampa ha smontato il controprogetto. Cos'ha che non va? «Come ha detto lui, è un controprogetto un alibi, perché PLR e PPD (coloro che, come ha sottolineato Sabrina Aldi, hanno ritardato il voto) non potevano non ammettere che problema della disoccupazione e dei frontalieri esiste, quindi lo hanno presentato tanto per dire "noi siamo più bravi e vi diamo una soluzione applicabile". A parte che la nostra è perfettamente in linea con l'articolo 121 a della Costituzione, il loro testo è tutto fumo e niente arrosto. Auspicano la preferenza indigena, noi obblighiamo, c'è una bella differenza. Se un'azienda vuole speculare, mi chiedo che cosa cambierebbe avere nella legge un auspicio. Oltretutto noi vogliamo reciprocità, non fare politica estera che non ci compete. Se l'Italia non favorisce le aziende ticinesi che vogliono lavorare da loro, mettendo un sacco di burocrazia, non capisco perché loro possono venire da noi con due clic. Se mettono i paletti, li mettiamo anche noi». L'iniziativa è sostenuta da esponenti di quasi tutti i partiti, cosa vuol dire per voi?«È quello che cercavamo. Abbiamo lanciato l'iniziativa, abbiamo raccolto le firme e siamo arrivati sin qui, poi abbiamo cercato di fare un comitato interpartitico, e abbiamo trovato persone disponibili, tranne che nel PS e nel PPD. Significa che il progetto è condiviso da almeno parte della politica, non è più un'iniziativa sotto il cappello dell'UDC.Colpisce che vi siano anche tre rappresentanti dei Verdi...«I Verdi avevano tra i punti la preferenza indigena, ora la rifiutano, per fortuna ci sono i tre deputati che sono coerenti con quanto pattuito con gli elettori. Merlo ha difeso l'iniziativa nel comitato ma a causa di un cambiamento di vedute nel partito non l'hanno sostenuta. I tre che ci appoggiano sono coerenti, almeno sul tema, gli altri no. Ma questo è il mio parere. Tamara ha spiegato che "Prima i nostri2 è complementare alla loro iniziativa sui salari minimi». Minotti ha chiarito che la Lega sostiene l'iniziativa, uniti come per il 9 febbraio?Quando ci sono i progetti concreti e obiettivi comuni non abbiamo problemi a metterci d'accordo, non solo con la Lega».«A proposito, questa votazione è più importante del9 febbraio?Il 9 febbraio è scritto nella costituzione, anche se adesso c'è il modello di Vitta che pare la panacea di tutti i male anche se non è in linea con quanto votato: se penso che l'ultimo modello non registra nemmeno più i frontalieri... Definisce solo dei parametri senza considerare l'evoluzione dei frontalieri, decisamente molto diversa da quanto voluto dal popolo. E ci sono troppi criteri che devono verificarsi tutti insieme per far scattare la preferenza indigena. Ci accorgeremo di cosa accadrà quanto i buoi saranno fuori dalla stalla! Invece col 9 febbraio, assieme a "Prima i nostri", la preferenza indigena è automatica, e senza discussione. Dunque, dopo che il 9 febbraio è stato approvato, è addirittura più importante. Non potremo più dire che a Berna non capiscono che abbiamo una situazione differente, votando sì diamo la possibilità di poter agire a livello cantonale senza aspettare Berna. Dopo l'applicazione del 9 febbraio, potremo lavorare sulla politica regionale con le esigenze del nostro Governo, anche se esso per motivi di collegialità si è schierato contro l'iniziativa». Parlava di ultima chiamata, conferma?«È l'ultima ancora di salvezza per i ticinesi, non so passata questa quante altre occasioni avremo ancora. Se il popolo dirà di no vuol dire che il problema della sostituzione dei nostri lavoratori con i frontalieri non è così importante come lo riteniamo noi. Ma sono certo che il tema è talmente sentito che abbiamo buone chance. Girando in mezzo alla gente in queste settimane e questi mesi ho sentito tanta gente lamentarsi, che ha magari figli che sono stati licenziati e sostituiti da frontalieri, noi offriamo una soluzione. Non sarà perfetta ma va nella giusta direzione, poi altre misure potranno essere aggiunte. È l'ultimo campanello!»
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