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28.09.2016 - 18:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Commissione e responsabilità agli iniziativisti, Lega, PLR e Verdi dicono sì, il PS scettico

Per i Verdi è l'occasione di mostrare che chi ritiene "Prima i nostri" inattuabile ha torto. Caverzasio: «ma gli altri non facciano come Ponzio Pilato». Durisch:«vedremo se aderire al gruppo di lavoro»

BELLINZONA - I Verdi concordano con la proposta del PPD di creare una Commissione ad hoc per elaborare una legge d'attuazione per "Prima i nostri". «I Verdi, pur essendo favorevoli al principio della preferenza ai lavoratori residenti, hanno giudicato l’iniziativa “Prima i nostri” e il controprogetto unicamente declamatori e hanno ritenuto ingiusto creare false illusioni nella popolazione, già messa alla prova dalla situazione disastrosa del mondo del lavoro. Il testo è stato comunque votato dal 58% della popolazione ed è quindi imperativo ora trovare al più presto soluzioni concrete per tradurre in atto le promesse», scrivono in un comunicato. La responsabilità va a chi ha sostenuto l'iniziativa. «Riteniamo più che sensata la proposta del PPD di una Commissione tecnica composta in maggioranza da sostenitori del testo che abbia il mandato di proporre una legge di applicazione entro il 31 marzo 2017. È un’occasione imperdibile per i promotori e i sostenitori di dimostrare – come avevano garantito in campagna - che il prof. Giovanni Biaggini aveva torto dichiarando che “le aspettative dell’atto popolare potranno essere realizzate concretamente solo in misura molto modesta”. Quanto all’obbligo di ottenere la garanzia federale per la Costituzione cantonale riveduta, siamo certi che i promotori ne fossero ben coscienti fin dall’inizio, visto l’elevato numero di giuristi e avvocati presenti nel comitato a sostegno». Come segnalato da Michela Delcò Petralli via Facebook, e ripreso dal nostro portale, sottolineano che «contrariamente a quanto affermato da esponenti UDC alla stampa, la preferenza ai residente è già stata approvata per quanto riguarda l’amministrazione cantonale (decisione del GC su mozione Marco Chiesa e Verdi), l’AET (emendamento Verdi) e il settore sociosanitario (mozione Guidicelli), anche se per quest’ultimo settore non è ancora stata concretizzata in un atto legislativo come auspicato dal Parlamento Cantonale». Inoltre, rendono attenta la futura Commissione sull'esistenza di un'iniziativa parlamentare generica della stessa Delcò Petralli per estendere il modello di Ginevra ad aziende, enti e associazioni che ricevono aiuti o sussidi pubblici e un'iniziativa parlamentare elaborata, sempre della Coordinatrice, per obbligare le aziende a notificare i posti vacanti agli URC. Inoltre, ritengono fondamentale sostenere il mercato del lavoro con salari dignitosi, come previsto da "Salviamo il lavoro" e chiedono alla Commissione di tener conto anche di altre due mozioni Verdi, entrambe di Delcò Petralli, ancora inevase. Questa mattina, La Regione aveva sentito alcuni capogruppo per capire se sarebbero d'accordo con il PPD. Il leghista Daniele Caverzasio si è detto pronto, ma precisa come «Lega, UDC e eventualmente Verdi rappresentano solo un terzo del plenum. È quindi giusto che tutti i partiti tengano conto della volontà che il popolo ha espresso in votazione, senza fare i Ponzio Pilato, senza lavarsene le mani». Il liberale Alex Farinelli garantisce che il suo partito vuole prendersi le sue responsabilità, però è «giusto lasciare tirare il gruppo agli schieramenti che hanno presentato la proposta avallata in votazione. Chi meglio di loro potrà garantire che quanto proposto venga applicato in maniera coerente?». Scettico il PS, da sempre contrario all'iniziativa. «Gli iniziativisti devono prendersi la responsabilità di dirci che il principio votato è attuabile», ha detto Ivo Durisch. E poi il suo partito sceglierà se far parte o meno del gruppo di lavoro su una proposta in cui non crede e che ritiene inapplicabile.
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