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14.11.2016 - 15:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Chiesa attacca, «sindacati, leoni o gattini indifesi a seconda dei temi. Padron comanda, caval trotta»

Il Consigliere Nazionale se la prende con UNIA e OCST, ma anche col Governo. «La maggioranza di esso non è interessato ad applicare "Prima i nostri"»

BELLINZONA - Marco Chiesa è stato intervistato quest'oggi dal Corriere del Ticino in merito a "Prima i nostri", oltre che all'applicazione del 9 febbraio. E non ha risparmiato bordato, in particolare, ai sindacati. Per trovare un modo di applicare l'iniziativa approvata alle urne dal popolo, è stato deciso, dopo un lungo tira e molla, con dichiarazioni e contro dichiarazioni, di istituire una commissione parlamentare di sei membri, con l'UDC Gabriele Pinoja come presidente. In realtà, i democentristi volevano un tavolo di lavoro. Con la soluzione della commissione, Chiesa e il presidente dell'UDC Marchesi, molto attivi nel corso della campagna e fra i "padri" dell'iniziativa, rimangono fuori. «Marchesi ed io rimaniamo volentieri a disposizione e non ci formalizziamo per la sedia, possiamo anche rimanere in piedi», ironizza il Consigliere Nazionale, pronto a dare il proprio contributo. Ma per lui è «evidente che la maggioranza del Governo non è interessata ad applicare “Prima i nostri” altrimenti avrebbe istituito un tavolo di lavoro condotto dal presidente Beltraminelli. Invece l’Esecutivo ha preferito tirarsi indietro e autorelegarsi nel ruolo di comparsa in una Commissione parlamentare. Una triste constatazione». Come «nessuno al di fuori dell’UDC vuole seriamente applicare l’articolo 121a della nostra Costituzione». Ma Chiesa attacca anche i sindacati. UNIA e OCST, unitamente alla Camera di Commercio, non avrebbero preso parte a un eventuale tavolo di lavoro per "Prima i nostri". «Capisco l’assenza dei sindacati. Per loro il ticinese non deve godere di una preferenza sul mercato del lavoro rispetto al frontaliere. In gioco per loro ci sono le quote pagate da quest’ultimi. E si sa: padron comanda, caval trotta», constata amaramente. Parlando di un'altra iniziativa che attende ancora la sua legge d'applicazione, quella sui salari dignitosi, prosegue: «i sindacati sono pronti, come leoni, a imporre politicamente i contratti collettivi dove hanno un tornaconto, calpestando il principio del partenariato sociale, ma timidi come gattini indifesi quando ci sono dei mandati costituzionali da concretizzare».
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