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07.12.2016 - 15:180
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Pronzini accusa, «sono le imprese a "importare" la concorrenza sleale»

Il deputato MPS, dati i metodi di aggiramento della LIA in atto, si chiede chi chiama i padroncini e con quale modalità, anche se teme di avere già le idee chiare...

BELLINZONA - A importare concorrenza sleale in Ticino sono probabilmente le aziende stesse, e ciò preoccupa Matteo Pronzini, scandalizzato anche per le note dichiarazioni del presidente Società Svizzera degli Impresari Costruttori (SSIC) Gian-Luca Lardi che «in un'intervista alla "NZZ am Sonntag", Lardi ha sostenuto che sarebbe il CCL ad essere responsabile dell’afflusso della manodopera estera e del licenziamento dei dipendenti più anziani». «La LIA, che prevede l’obbligo di iscrizione all’albo per le imprese e gli artigiani indipendenti che vogliono lavorare in Ticino, aveva lo scopo era di contenere l’afflusso massiccio di imprese estere che praticano concorrenza sleale agli artigiani locali non conformandosi ai CCL in vigore nei settori dell’edilizia primaria e secondaria. Il problema è che le disposizioni sono state scritte senza prima sapere esattamente chi assume i notificati e attraverso quali canali», scrive il deputato MPS in un'interrogazione. Ma per aggirare la LIA, padroncini e distaccati vengono assunti come lavoratori ad interim, il che significa «che sono le imprese ad assumerli, sono quindi loro che “importano” la concorrenza sleale sul nostro territorio». Pronzini spiega come «i canali con i quali possono essere assunti gli interinali sono due: attraverso le agenzie di prestito di personale oppure tramite le “assunzioni di impiego”, cioè lavoratori notificati ad interim assunti direttamente da imprese con sede in Ticino per al massimo 90 giorni. Visto l’incremento registrato negli ultimi anni da entrambe le categorie è possibile che il “trucchetto” di assumere padroncini e distaccati come “falsi interinali” sia già in atto da tempo allo scopo di aggirare i controlli che si concentrano due queste due categorie». Le ore di lavoro fornite dalle agenzie di prestito sono aumentate di quattro volte e mezzo. I padroncini in genere sono cresciuti, ma non si sa di preciso chi li chiama e li fa lavorare, soprattutto se essi arrivano da agenzie a prestito. Per proteggere l'artigianato locale, per Pronzini è determinante capirlo. Chiede quindi al Governo: «1. A quanti posti di lavoro equivalenti a tempo pieno (ETP) corrispondono le ore di lavoro fornite dalle agenzie interinali nei settori dell’edilizia principale e secondaria?   2. Quanti padronicini vengono assunti da imprese ticinesi? A quanti ETP corrispondono?   3. Quanti distaccati vengono assunti da imprese ticinesi? A quanti ETP corrispondono?    4. A quanti ETP corrispondono in totale le prestazioni fornite dalle agenzie interinali, alle assunzioni di impiego, dai padroncini e dai distaccati assunti da imprese dell’edilizia primaria e secondaria? Quale è la loro percentuale sul totale degli impieghi del settore?   5. Quanti e quali controlli vengono effettuati sui lavoratori ad interim e sulle assunzioni di impiego? Quanti su padroncini e distaccati?»
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