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27.01.2017 - 13:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

I Giovani Liberali Radicali, «gli aspiranti medici ticinesi potranno studiare nella loro lingua, ma non solo»

Per i giovani liberali, la facoltà di biomedicina a Lugano porterà risvolti positivi per il settore, che conta 27 imprese e 2'500 lavoratori. «Saper cogliere i frutti di possibili collaborazioni farà crescere il settore»

BELLINZONA - A esultare per il master di medicina che sarà presto attivo in Ticino, e che è stato presentato nei giorni scorsi, in prima fila vi sono i giovani. Chi vorrà seguire la formazione per intraprendere la professione di medico, potrà farlo in Ticino. Sono felici, infatti, i Giovani Liberali Radicali, che sottolineano i problemi esistenti al momento: dottore formati all'estero e un'età media elevata, e dunque scarso ricambio. «Grazie al sostegno della Confederazione, anche la Svizzera italiana contribuirà a formare 70 nuovi medici all’anno che si andranno ad aggiungere a quelli degli altri atenei svizzeri con l’obbiettivo di raggiungere il tetto minimo di 1350 medici formati entro il 2025. Infatti, al giorno d’oggi, un camice su tre possiede un diploma rilasciato all’estero e in Ticino questa percentuale sale addirittura a uno su due. La carenza di medici è un problema cronico con il quale siamo tenuti a fare i conti, ma non è l’unico. Come riportato sul domenicale “Il Caffè”, la Svizzera possiede una delle medie di età dei propri medici tra le più alte d’Europa e che continua a salire (circa 55 anni, rispetto ai 45 di inizio secolo). Questo imporrà la necessità nei prossimi decenni di trovare ancora più persone qualificate a fronte di una popolazione, in particolare quella della terza età, in costante crescita». Quindi, «ben venga la nuova facoltà di scienze biomediche all’USI! GLRT si batte da anni per una formazione di qualità e lungimirante a più livelli. La formazione è uno dei pilastri portanti della nostra società e come tale deve essere sostenuta anche in un ambito così importante come quello biomedico. Questa nuova facoltà sarà un aiuto concreto per tutti quei ragazzi che, al giorno d’oggi, sono costretti ad affrontare una delle materie più difficili a livello universitario non nella loro lingua madre, con tutte le difficoltà del caso. Uno stimolo in più anche per spingere i nostri giovani verso uno dei settori dove ci sarà una sicura domanda di manodopera altamente formata». «Non da ultimo, non bisogna dimenticarsi dei risvolti positivi che una facoltà di scienze biomediche può portare sul territorio: Il Canton Ticino ha da anni uno dei settori di biomedicina più rinomati al mondo, con 27 imprese e 2'500 lavoratori sparsi sul territorio per una cifra d’affari di oltre il miliardo di franchi. Saper cogliere tutti i frutti da possibili collaborazioni con la nuova facoltà sarà importante per far crescere il settore e permettergli di svolgere quel lavoro di ricerca e di innovazione molto importante per la nostra piazza economica», termina la nota.
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