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29.01.2017 - 21:060
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Compensazioni, sussidi, cassa malati unica, pianificazione ospedaliera: Cantone, cosa fai per i premi troppo alti?»

I socialisti Durisch e La Mantia interrogano il Cantone riguardo all'innalzamento costante dei premi delle casse malati. «È davvero colpa dei pazienti?»

BELLINZONA - Quello dei premi delle casse malati è un tema sensibile per molti, ne è prova il discorso pronunciato da Fiorenzo Dadò al momento del suo "insediamento" come presidente del PPD, per citare un esempio fra i tanti. Oggi i socialisti Ivo Durisch e Gina La Mantia hanno inviato al Governo un'interrogazione in merito. «I premi di cassa malati, dal 1997, sono quasi raddoppiati e oggi rappresentano ormai una spesa molto rilevante. Per una famiglia di quattro persone, esse ammontano a quasi 2’000 franchi al mese, ai quali bisogna aggiungere le franchigie e la partecipazione alle spese. Per il Consiglio di Stato il cittadino/paziente sembra essere il principale responsabile di questa situazione. Esso andrebbe troppo spesso dal medico e dovrebbe farsi un “esame di coscienza”. Ma è proprio cosi? È tutta colpa nostra?", si chiedono i due (riprendendo, in sostanza, quanto detto anche da Beltraminelli, che sostiene come i premi crescano perché le casse malati devono affrontare costi sempre superiori). Il Consiglio degli anziani del Cantone Ticino, organo consultivo del Consiglio di Stato, ricordano Durisch e La Mantia, aveva lanciato alcune proposte per abbassare i premi. Per esempio, dato che «molti giovani ticinesi lasciano il Cantone, mentre assistiamo ad un’immigrazione di pensionati da altri Cantoni, il Cantone dovrebbe verificare l'entità di questo flusso e chiedere alla Confederazione una compensazione dei rischi tra gli assicurati a livello nazionale». Oppure, c'era la soppressione di franchigie differenziate, o ancora il grande tema della pianificazione ospedaliera, che «dovrebbe essere maggiormente orientata ai diversi bisogni di tutta la popolazione e meno agli interessi di mercato». Infine, «in Svizzera i medicinali costano in media il doppio rispetto agli altri Paesi. Inoltre, le industrie farmaceutiche sono molto reticenti nel mettere a disposizione farmaci generici, di pari efficacia, ma molto meno costosi. Occorrerebbe ottenere una riduzione sostanziale dei prezzi e la possibilità di disporre facilmente di farmaci generici». Non sarebbero, però, le uniche soluzioni. «La soluzione migliore sarebbe, evidentemente, quella di disporre di una sola cassa malati pubblica a livello nazionale. Una seconda proposta consisterebbe nel cambiamento del sistema di finanziamento, oggi particolarmente antisociale: una parte maggiore dei costi dovrebbe essere socializzata, ossia assunta dall'ente pubblico», propongono i due, che poi chiedono al Consiglio di Stato: «1. Quali iniziative ha preso negli ultimi anni per evitare o almeno contenere l'aumento dei costi della salute? 2. Quali iniziative ha preso negli ultimi anni per contenere l'aumento dei premi della cassa malati? 3. È intervenuto presso al Confederazione, per chiedere, come suggerito dal Consiglio degli anziani, di correggere le conseguenze del flusso di pensionati nel nostro Cantone? 4. Ha esaminato la questione delle franchigie differenziate? A quali conclusioni è giunto? 5. Ha approfondito la proposta relativa alla creazione di reti di cura nell'ambito dell'Ente ospedaliero cantonale? 6. Ha preso iniziative atte a promuovere l’utilizzo del medico di famiglia? 7. Quali iniziative ha preso per adeguare cliniche, ospedali e apparecchiature diagnostiche ai reali bisogni della popolazione? Nell’ambito della pianificazione come è stata fatta l’analisi dell’offerta paragonata ai bisogni? 8. Quali passi ha intrapreso per ridurre i costi dei medicinali? Ha, in particolare, segnalato con forza tale importante questione alle Autorità federali? Con quale esito? 9. Con che motivazioni, visti gli aumenti dei costi della cassa malati ha ulteriormente ridotto i sussidi cassa malati durante la manovra di rientro finanziario? 10. Alla luce degli aumenti previsti per il 2018 e almeno fintano che perdura questa situazione, non intende adeguare i contributi cantonali?»
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