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02.02.2017 - 16:410
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

L'UDC contro il PPD. «Campioni di incoerenza, non si rifaranno certo una verginità». E sfida Dadò

I democentristi indignati dall'appoggio pipidino al referendum sul 9 febbraio. «Se avessero votato no, questa situazione non esisterebbe. Noi puntiamo a disdire la libera circolazione, loro cosa fanno?»

BELLINZONA - La scelta del PPD di appoggiare il referendum sulla legge di applicazione del 9 febbraio stupisce l'UDC, che accusa i pipidini di incoerenza. Per i democentristi, che avevano lanciato e sostenuto più di tutti l'iniziativa sull'immigrazione di massa, ricordano come, a loro avviso, il referendum lanciato da Stojanovic, in realtà, è confermativo. «L’obiettivo di Stojanovic è chiaro anche per chi non mastica politica tutti i giorni. Raccogliere le firme per far votare il popolo, ma non per bocciare la legge d’applicazione votata dal Parlamento, bensì per confermarla. Facciamo infatti fatica ad immaginare che nella campagna di voto, qualora si raccogliessero le firme necessarie, si prodigherà per convincere gli svizzeri a votare contro la nuova legge. Farà invece di tutto per confermarla. Un unicum in Svizzera», scrivono infatti in una nota. «Ma i campioni di incoerenza sono i PPD ticinesi», proseguono indignati, «i quali danno oggi il loro appoggio al referendum con le motivazioni che "Al di là delle opinioni di ciascuno sull’art. 121a il PPD è convinto che la democrazia diretta su cui si fonda la Svizzera possa essere preservata solo se la volontà popolare è concretamente rispettata e applicata»" dimenticando che a dicembre i loro rappresentanti alle Camere (inclusi i ticinesi Filippo Lombardi, Fabio Regazzi e Marco Romano), non avevano sostenuto la proposta di applicazione dell’UDC (modello Peter Föhn), astenendosi (che equivaleva a un Sì) nel voto finale sul modello proposto dalla strana alleanza PLR con la sinistra, facendo di fatto passare la legge di applicazione. Hanno di conseguenza fatto il palo a quelli che rubavano in casa». Secondo l'UDC, se il PPD avesse votato contro la legge, essa non sarebbe passata, e dunque «oggi non saremmo nella situazione di discutere di un referendum alibi proposto, e a questo punto sostenuto, da persone ed entità che hanno dimostrato che sul tema, hanno tutti gli interessi affinché la volontà popolare non venga rispettata». La volontà del PPD, per i democentristi, è chiara. «Il PPD cerca maldestramente di uscire da una situazione di palese imbarazzo, ma i ticinesi ben sanno che il tempo per essere coraggiosi era a dicembre, quando l’opportunità di bocciare questa scandalosa legge di applicazione era concreta. I PPD, come già detto, si sono però astenuti. La posizione odierna, con la quale cercano di apparire come i salvatori della democrazia, è quantomeno penosa e non permetterà loro di rifarsi una verginità oramai persa da tempo». I democentristi ribadiscono infine l'intenzione di lanciare un'iniziativa che mira a disdire l'accordo sulla libera circolazione delle persone, e lancia una sfida al PPD e al suo nuovo presidente: «attenderemo al varco il PPD ticinese, in modo particolare il suo nuovo presidente Fiorenzo Dadò che aveva più volte espresso il sostegno a quest’iniziativa, per verificare se alle parole seguiranno i fatti».
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