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09.02.2017 - 21:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Gendotti interroga, Bignasca chiede pene esemplari, Quadri vuole i "nostri" nell'Amministrazione pubblica

Dopo il caso dei permessi, la pipidina chiede lumi, il granconsigliere: «rappresentano il peggio dell'Amministrazione», e Quadri ne approfitta per parlare di naturalizzazioni

BELLINZONA - Un caso che ha spiazzato tutti. Parlare di corruzione all'interno, in particolare, dell'Amministrazione, sia essa cantonale o comunale, colpisce e spesso lascia interdetti. Sabrina Gendotti del PPD ha voluto saperne di più, ponendo alcune domande sul fenomeno al Consiglio di Stato: «1) Quali sono i dati relativi ai casi di corruzione nell’Amministrazione cantonale inerenti gli ultimi cinque anni? 2) Come valuta e quale spiegazione fornisce alla recrudescenza del fenomeno della corruzione nel settore pubblico? 3) Ritiene di dovere valutare la ripresa della sperimentazione e l’introduzione di un Servizio del controllo interno? Se no, perché? 4) Negli ultimi due quadrienni, se e quali misure concrete, anche di tipo preventivo quali la sensibilizzazione del personale, sono state intraprese nell’Amministrazione cantonale per arginare il fenomeno?». Riguardo al fatto che più casi, sia a livello cantonale che comunale, siano venuti alla luce, sono secondo la pipina «segno di una certa efficacia del sistema sanzionatorio, dall’altro può preoccupare l’aumento in termini numerici dei casi». «Vi sono settori dell’Amministrazione pubblica più esposti di altri: in particolare quelli che concedono permessi e quelli che distribuiscono appalti», prosegue. «Recentemente, più di un esperto ha evocato il pericolo di una recrudescenza del fenomeno della corruttela in senso ampio, anche per effetto della cosiddetta “infiltrazione silenziosa” della criminalità organizzata. In più di un’occasione l’ex capo della Procura federale a Lugano, l’Avv. Pierluigi Pasi, ha pubblicamente detto di ritenere che in ciò stia il concreto pericolo. Qualche anno fa, lo stesso Pasi con il Prof. Marco Borghi su mandato del Dipartimento delle istituzioni e del Consiglio di Stato avevano creato e sperimentato, per un certo periodo e quale prima in Svizzera, un Servizio del Controllo interno (SeCI) la cui attività era proprio volta anche alla prevenzione dalla corruzione nell’Amministrazione». Su Facebook, due leghisti commentano stizziti.Boris Bignasca chiede punizioni esemplari. «I dipendenti pubblici che sono stati arrestati per aver venduto permessi B a stranieri che non ne avevano diritto, rappresentano il peggio dell'Amministrazione. Spero in condanne esemplari, se colpevoli!». E si innesca una sorte di battibecco con il socialista Henrik Bang, coinvolgendo anche utenti amici di Bignasca. Per Bang, «ma il Dipartimento delle Istituzioni a chi è in mano», alludendo a Gobbi. E il granconsigliere, a chi gli chiede se gli arrestati votano Lega, ribatte: «Tranquillo, questi sono stati piazzati dai tuoi tanto cari partiti storici». Infine, il Consigliere Nazionale Lorenzo Quadri approfitta della vicenda per tornare ancora a parlare di naturalizzazioni (un tema che sarà sotto la lente di ingrandimento domenica, con la votazione sulla facilitazione delle naturalizzazioni degli stranieri di terza generazione). «L'"imprenditore" avrà forse il passaporto rosso ma non è di origine svizzera, e a quanto cinguettano gli uccellini bellinzonesi nemmeno il funzionario arrestato. Ancora malandazzo importato? È certo che in un settore sensibile dell'Amministrazione come quello del rilascio di permessi di dimora, assumere "Prima i nostri" (ma quelli "nostri" davvero) è ancora più importante. Non che i "nostri" abbiano per forza il certificato di santità; ma magari possono dare qualche garanzia in più quando si tratta di verificare chi può stabilirsi da noi e chi no... Ma naturalmente certe cose "vergognosamente xenofobe" non si possono nemmeno pensare...».
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