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14.06.2017 - 16:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il Consiglio di Stato in parte sorride. "Posta, limitato il rischio di una carente copertura nelle regioni periferiche. Resta la preoccupazione per gli uffici in dubbio"

Il Governo accoglie più favorevolmente il nuovo piano del Gigante Giallo. "Ribadiamo il nostro sostegno all'iniziativa cantonale che permetterebbe ai cittadini di opporsi alle chiusure"

BELLINZONA -  Se i sindacati Transfair e Syndicom si sono indignati per quello che non appare loro altro che un proseguimento dell'opera di smantellamento della Posta, il Consiglio di Stato sorridendopo la nuova versione del progetto della Posta svizzera per la ridefinizione della propria rete in Ticino. Non è tutto positivo, ma qualche motivo per esultare c'è, seppur la battaglia continua, spiega in sintesi una nota.

"In attesa che vi sia maggiore chiarezza sulle prospettive a lungo termine del servizio, è salutata con favore la decisione dell’azienda di accogliere alcune richieste del Governo e garantire almeno fino al 2020 l’attività di 61 uffici postali nel nostro Cantone. È inoltre accolta positivamente l’intenzione dell’azienda di effettuare importanti investimenti infrastrutturali in Ticino. Il Consiglio di Stato ha preso atto con favore della decisione della Posta, che accoglie almeno parzialmente le richieste formulate dal Governo di garantire fino al 2020 l’apertura di 61 uffici postali nel Cantone, contro gli appena 35 che venivano considerati dalla prima versione del progetto di riorganizzazione", si legge infatti. "Questa nuova impostazione rappresenta un miglioramento per quanto riguarda il rispetto delle specificità regionali e limita il pericolo di una carente copertura nelle regioni periferiche del Cantone". 

E sin qui, le note positive. Ma "il Consiglio di Stato riafferma ad ogni modo la propria preoccupazione per il rischio concreto di uno smantellamento a medio termine della rete postale. Poiché i Comuni rimangono per legge gli interlocutori principali dell’azienda in caso di chiusure – nell’ambito della valutazione di possibili alternative per l’offerta postale – il Governo continuerà a impegnarsi politicamente per accrescere il potere contrattuale delle comunità toccate dalle trasformazioni del servizio pubblico". 

Il Governo conferma "il proprio sostegno all’iniziativa cantonale – presentata lo scorso 11 maggio alla Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati – che chiede di consentire ai cittadini di opporsi alla chiusura di un ufficio postale, attraverso una raccolta di firme, e di fare in modo che la Commissione federale della posta (PostCom) possa esprimere una decisione formale impugnabile, e non solo una semplice raccomandazione come avvenuto finora".
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