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21.08.2017 - 15:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Posti vacanti non segnalati, sistemi informatici che non incrociano i dati, nessuna possibilità proposta: cosa non va negli URC, "con una situazione in Ticino drammatica"

Matteo Pronzini interroga: "Vitta sostiene che gli annunci di posti liberi sono aumentati del 42%, come calcola la percentuale? Il direttore della Divisione dell'ecomonia spiega che in dieci giorni il ventaglio di candidati è pronto: troppo!"

BELLINZONA - Un aumento del 42% del numero di posti vacanti annunciati alle URC? L'esclusività della conoscenza dei posti liberi agli Uffici Regionali di collocamento è di soli tre giorni, e dunque, se anche Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia, si vanta che in una decina di giorni i collaboratori sono pronti a proporre una rosa di candidati, è già troppo tardi.

Insomma, ci sono diversi fattori che non vanno negli URC, e non è certo una novità. Matteo Pronzini ne fa notare alcuni, inoltrando un'interrogazione in Consiglio di Stato.

"Il numero dei posti vacanti annunciati agli URC dalle aziende rimane estremamente basso, malgrado la tanto vantata campagna  “Più opportunità per tutti” del DFE che avrebbe dovuto convincere le imprese  a segnalare gli impieghi disponibili : le posizioni vacanti annunciate sono passate da 2’615 a 2’966 fra il 2015 e il 2016, quindi solo 351 posti i più malgrado il DFE abbia esteso l’azione a ben 14’000 imprese e siano stati creati in un anno ben 3‘500 nuovi impieghi in Ticino", comincia il deputato del MPS. "Secondo il consigliere di Stato Christian Vitta, questo aumento sarebbe del 42% , ma non si capisce come l’abbia calcolato. Di sicuro la campagna del DFE non ha convinto le aziende a rinunciare alla manodopera a basso costo d’oltrefrontiera visto che nel II trimestre 2017 il numero di frontalieri è aumentato di 3’319 in un anno". Ecco il primo attacco: il DFe ha agito, ma le atziende preferiscono comunque puntare su frontalieri a basso costo.

La seconda grossa questione sollevata è quella relativa al fatto che, una volta ricevute candidature e conosciuti i posti vacanti, i collaboratori degli URC devono incrociare i dati in modo da indicare ai datori di lavoro i possibili dipendenti più indicati e ai disoccupati le opportunità lavorative che meglio si addicono ai loro profili. "Ora si scopre anche che il software utilizzato dai collaboratori degli Uffici regionali di collocamento (URC) non è predisposto per incrociare automaticamente i profili dei candidati e i criteri per i posti di lavoro annunciati. I collaboratori degli URC devono eseguire ricerche «manuali» e verificare se profilo e impiego combaciano, stando a un articolo della «SonntagsZeitung» poi riportato anche dai media ticinesi", fa notare Pronzini. Appunto, Rizzi spiega che in una decina di giorni è tutto pronto, ma dieci giorni sono troppi, perchè "il nuovo sistema di “preferenza ai disoccupati residenti” prevede che gli URC abbiano “l’esclusiva” per poter presentare candidati per soli tre giorni e che se ne necessitano dieci la misura non avrà nessun effetto". Ci si chiede "come sia possibile che un simile problema del sistema informatico sia emerso solo ora".

Pronzini segnala poi come molti disoccupati "si lamentano del fatto che gli URC non hanno mai proposto loro un lavoro che corrisponda alle loro qualifiche, anzi che non hanno mai proposto loro un lavoro in generale; altri invece sono stati invitati a presentarsi per impieghi per i quali non soddisfacevano i criteri posti dalle aziende. Addirittura ci sono casi di impieghi segnalati ai disoccupati dagli URC per i quali i salari proposti non rispettavano i minimi fissati da CCL e CNL".

Una situazione che definisce drammatica, facendo notare che la disoccupazione secondo i dati ILO in Ticino è del 6,8% contro il 4,4% di media svizzera.

"È necessario quindi capire quali misure funzionano e quali invece no se veramente l’obiettivo è di migliorare il sistema di aiuto ai disoccupati", conclude Pronzini, che chiede dunque al Consiglio di Stato (anche se il testo, pure senza i quesiti, dovrebbe già allarmare):

"1. Quanto è costata globalmente la campagna “Più opportunità per tutti”?

2. Il consigliere di Stato Christian Vitta ha dichiarato a Le Temps: «Nous avons recréé une relation de confiance, ce qui a aussi débouché sur une croissance de 42% des placements de chômeurs sur les postes vacants enregistrés aux ORP en un an». Come è stato calcolato quel 42% di aumento? Come si spiega il fatto che a fronte di 351 nuovi posti di lavoro vacanti annunciati agli URC, ci siano stati comunque 3’300 frontalieri assunti in un anno? Questa crescita della manodopera d’oltrefrontiera è da mettere in relazione al fatto che i salari mediani sono calati in ben 7 sezioni economiche su 17 fra il 2008 e il 2014 come attesta la tabella pubblicata nell’ultimo studio dello’Ufficio cantonale di statistica dedicato al tema (vedi tabella di seguito)?".


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