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28.09.2017 - 17:270
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il miracolo della Fanfara unita, le sorelle con cui litigava ma si vuole un gran bene, i ricordi di Cotti e l'abbraccio collettivo: il Ticino è tutto per Cassis

Giornata di festeggiamenti ufficiali per il neo Consigliere Federale, che in un discorso più personale che politico ha ringraziato tutti coloro che in un modo o nell'altro gli hanno permesso di essere qui. "La vedete quella finestra? Lavoravo lì, poi...". Presente anche Isabelle Moret GUARDA LA GALLERY

BELLINZONA – Tante strette di mano, l’abbraccio alla madre, i baci delle sorelle, il braccio attorno alle spalle della moglie, sempre al suo fianco. Molti sorrisi e in bocca al lupo, da politici e cittadini comuni. Oggi, per Ignazio Cassis c’è stato un discorso ufficiale, così come per il suo predecessore, Didier Burkhlater, che ha voluto essergli a fianco nel giorno della sua festa, di Manuele Bertoli, di Walter Gianora, ma nessuna linea programmatica. Non oggi: era la giornata del giubilo, dei ringraziamenti, dopo l'arrivo in treno,

Ed è simbolico che a fianco della madre di Ignazio Cassis fosse seduto Flavio Cotti, “che ha voluto essere qui, anche per ricordarsi cosa ha vissuto trent’anni fa”. È stata lunga, l’attesa per il Ticino, che ora gioisce. In Piazza a Bellinzona, ma anche nella marcia dalla stazione, c’era molta gente, si vedevano tante bandiere.

Si festeggiano, ha detto qualcuno, il Ticino e la Svizzera. Cassis è rimasto impressionato, ha spiegato, dall’accoglienza dei bambini urani, ad Altdorf, “di quella gente dura come le montagne perché conosce le difficoltà della vita, eppure che mi ha accolto con tanti palloncini, io che nemmeno parlo il loro dialetto. Da quale altre parte del mondo potrebbe succedere?”.

Dopo l’intervento di Burkhalter, che ha trovato il tempo anche per rivolgergli una battuta scherzosa, è toccato a Cassis stesso salire sul palco, fra grida di giubilo. “Buongiorno Ticino, buongiorno Svizzera!”, ha urlato, ricevendo applausi da stadio.

“Ci sono momenti in cui si ha paura che la nostra democrazia diretta non funzioni, e il 20 settembre era uno di quelli. Invece il voto è stata una dimostrazione che invece funziona benissimo, ha dato la possibilità di ricordare che la Svizzera Italiana è una componente essenziale. E non parlo solo di Ticino, bensì anche del Grigioni, che non ho mai scordato in questi mesi e mai scorderò”, ha esordito. “Dico grazie al mio partito, a Bixio Caprara e a Petra Gössi, senza la loro forza nel perseguire una strategia e la caparbietà di seguire una linea, oltre le critiche, non saremmo qui”.

Ha parlato dei suoi inizi, “proprio da quella finestra là, la vedete?”, quando da medico venne scelto come medico cantonale. “Un’esperienza che mi ha insegnato tanto, ho scoperto la politica, che non c’è una verità assoluta bensì esiste il significato che le si dà, ho imparato l’apertura verso gli altri valori. Ho compreso questa Svizzera, il paese che adoro! Ringrazio, quindi, i funzionari che saranno di certo qui e che mi hanno detto che con la mia mentalità scientifica non sarei andato lontano, non hanno bisogno di essere chiamati per nome”.

Ha citato, appunto, Cotti, e poi Burkhalter, senza scordare Isabelle Moret, presente pure lei, mentre Maudet non c’era ma in Piazza c’era un rappresentante del Canton Ginevra, così come di altri. “Solo noi tre sappiamo cosa abbiamo vissuto, il fair play che c’è stato. E dico grazie anche all’ottantina di rappresentanti dell’Assemblea Federale che sono qui, sia che abbiano votato per me sia che no. Senza il loro voto, non sarei qui oggi”.

E poi chi ha reso possibile una giornata di festa come il Ticino non la viveva da tempo, “il cancelleriere Coduri che nessuno nomina mai, Manuele Bertoli e Walter Gianora. E la Fanfara del Malcantone, nata da una fusione fra quattro gruppi che prima addirittura non si paravano e oggi suonano per me”.
Infine, la sua famiglia. Come nel discorso di insediamento, la parte più privata arriva alla fine. “A mia mamma e alle mie sorelle: da piccoli ci picchiavamo, non mi hanno ucciso, e dunque è grazie a questo che sono qui. Lo stesso vale per mia moglie!”. E sono applausi e occhi lucidi, con tutti che vogliono salutare il Consigliere Federale.

Sarà retorica, ma forse in nessuna parte del mondo è possibile, in Piazza, in mezzo alla gente, toccare e avvicinare un politico di alto livello come in Svizzera. “Vivrai la dimensione del mondo e poi tornerai a viver quella Svizzera”, ha detto a Cassis il suo predecessore dal palco.

Per ora, ecco il Ticino, tutto per lui, i festeggiamenti proseguono.
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