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05.10.2017 - 17:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Dai derby a Falò, dallo "squadrismo social" alla madre e Robbie Williams: al momento, No Billag è Bühler contro tutti. E Sirica, "sei incoerente"

Il democentrista attacca, "i giornalisti della RSI collaborano con GAS social contro di me". Il socialista, "non condivido gli attacchi personali ma qui, a differenza di quelli della Lega, servono a parlare di coerenza". Quanto peserà il servizio su Argo 1, che per molti ha rivalutato RSI?

BELLINZONA – Tra “squadrismo social” e la madre che lavora alla RSI, la campagna in vista della votazione su No Billag si sta scaldando. Protagonisti, da una parte, i giornalisti della RSI e il portale GAS social, dall’altra, si potrebbe dire solo contro tutti, Alain Bühler, uno dei maggiori sostenitori.

Facciamo un passo indietro: il Governo Federale ha scelto di non contrapporre un controprogetto. Dunque, o il popolo deciderà di abolire il canone, e allora partiranno dinamiche che forse difficilmente immaginiamo, oppure sceglierà di mantenerlo. No Billag vuol dire no RSI? Non lo sappiamo, certamente cambierebbe il sistema di finanziamento. Bühler, portavoce di chi vorrebbe togliere quei 400 circa franchi annuali (che qualcuno, questioni ideologiche a parte, afferma di non potersi permettere), ritiene che il mondo sta cambiando, che si usufruirà sempre più della tv on demand, dalle serie tv allo sport. E qui veniamo al caso derby: UPC ha acquistato i diritti del campionato di hockey, e non ha voluto cedere le partite fra Lugano e Ambrì alla RSI.

Dopo varie polemiche, ecco la ciliegina sulla torta: TeleTicino, una tv privata, riesce dove la pubblica non era arrivata. E fa il boom di gratitudine dagli sportivi (va anche detto che chi vuol vedere il calcio, però, spesso o paga, o va allo stadio, oppure si arrangia), e di ascolti, con un lavoro definito incredibile dagli stessi lavoratori.

1-0 per il privato? La RSI risponde con Falò e un dettagliato servizio sulla Argo 1, che ha permesso gli ultimi sviluppi del caso Argo 1. Il servizio privato riesce a fare qualcosa di simile? Difficile dirlo, al di là della bravura di chi ha condotto l’inchiesta.

Tornando all’uno contro tutti, Bühler, dopo un articolo su liberatv.ch, ha avuto battibecchi piuttosto pesanti con due giornalisti della RSI, Reto Ceschi e Antonio Civile.  “Chi ha scritto l'iniziativa dovrebbe conoscerne il contenuto. Me lo auguro. Chi ha raccolto le firme pure. L'iniziativa vuole la fine della SSR, di cui la RSI è figlia. Questa è la verità. Tutto il resto è fantasia”, scrive Ceschi. In molti si chiedono se i giornalisti Rsi riusciranno, essendo in un certo senso parte in causa, a essere neutri. Ma Bühler attacca, “ormai è partito già da mesi lo squadrismo in massa su fb, messenger, twitter, ecc,. Siete (dipendenti e collaboratori RSI) ovunque e spesso sopra le righe o anche oltre”.

Oggi una nuova puntata: GAS social scrive che la madre del democentrista lavora proprio in RSI. Lui, che non è nuovo, e qui possiamo dire purtroppo, a accuse sul suo privato (fuori dai denti, per la nazionalità di origine della moglie), ha precisato a ticinonews.ch che “sono due anni che con mia madre non parlo più di questo tema, proprio perché litighiamo e le nostre posizioni sono diametralmente opposte. Detto questo, io non vedo il suo posto di lavoro a rischio perché non vi è un emittente a rischio. Solo il canone e il servizio di Stato”.

Per poi prendersela, di nuovo, coi giornalisti RSI: “E questo sviamento dal tema è “grazie” a dipendenti RSI che collaborano con il Gas e lo usano come strumento per le loro propagande politiche. Non pensino a Comano che questa non sia già una cosa nota... Se credono di portare avanti bassezze simili da qui alla votazione, in barba al tanto decantato servizio pubblico, si faranno comunque male da soli”.

Evidentemente qualcuno di GAS ha spulciato sulla sua pagina Facebook, contestandogli di aver vinto  due biglietti, sempre dalla RSI, per uno showcase di Robbie Williams. “Pago anch’io il canone…”, si è difeso. E qui è scoppiato un altro botta e risposta, questa volta con il socialista Fabrizio Sirica.
“Comunque Alain è innegabile che come personaggio pubblico ti assumi una responsabilità col tuo comportamento privato. Non condivido l'attacco personale, ma a differenza dei tuoi alleati, la Lega, qui gli attacchi sono attinenti alla tua coerenza sul tema politico. Che ti godi i biglietti della Rsi gratis e poi la attacchi proprio sullo sperpero di soldi è un fatto anche politico che mina la tua credibilità ed è giusto che si sappia. È come se io, che sono a favore della trasparenza nei finanziamenti, facessi una campagna con soldi non dichiarati e, colto sul fatto, dicessi: "eh beh finché le regole sono queste mi faccio corrompere anche io come altri”.

E Bühler replica dicendo che non è stato lui a partecipare al concorso, e quando Sirica scrive che “senza il servizio pubblico non avremmo mai conosciuto i retroscena semplicemente sconcertanti del caso Argo1”, risponde che il quarto potere non è solo pubblico.

“Ma nessun privato in Ticino avrebbe mai i mezzi per fare un servizio di inchiesta così dispendioso e complesso. Nessun finanziatore investirebbe tanto per la ricerca della verità, mica è redditizia!”, continua il socialista, non trovando d’accordo l’avversario, il quale pensa che un titolo “Caso Argo 1 la verità” avrebbe attirato share su qualsiasi tv: forse, il derby docet.

Cosa ne ricaviamo? Che la campagna, pur se non si conosce ancora la data della votazione, è già infuocata come non mai. E purtroppo forse si sta perdendo di vista l’obiettivo vero, in un Bühler contro tutti, con tutte le armi. C’è da dire che, dopo i derby, la RSI con Falò e il caso Argo 1 ha riguadagnato decisamente punti.
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