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08.10.2017 - 16:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Marchesi replica a Regazzi, "ora Prima i nostri va attuata. O hai intenzione di boicottarla come hai fatto col 9 febbraio? Il far west è il mercato del lavoro di oggi"

La polemica è riaccesa: il presidente dell'UDC risponde a quello di AITI. "Posso capirlo che l'iniziativa non gli piaccia, ma è stata approvata dal 58% dei ticinesi. Né lui né AITI e neppure il suo partito hanno mai proposto qualcosa di serio: volete che tutto resti com'è"

di Piero Marchesi*

Il presidente di AITI, Fabio Regazzi, in un intervista sul CdT mi accusa di voler promuovere un far west giuridico applicando Prima i Nostri. Che Regazzi e l'associazione che rappresenta non vogliano neppure poche, ma basilari regole nel mercato del lavoro é riconosciuto, ma che ci si accusi di volere "un far west" giuridico è semplicemente ridicolo.

Il far west é quello che esiste oggi nel mercato del lavoro, dove non ci sono regole, i residenti non hanno nessuna preferenza nel mercato del lavoro e dove un ticinese sostituito da un frontaliere perché costa meno, deve accettarlo senza troppo reclamare.

Prima i nostri non piace a Regazzi e all'AITI? Posso capirlo, ma ricordo loro che l'iniziativa è stata approvata dal 58% dei ticinesi. Ora si deve attuare, piaccia o meno.

O Regazzi vorrebbe sabotarla come fatto con il 9 febbraio, dove in qualità di Consigliere  nazionale con il suo partito, il PPD, si è astenuto al posto che bocciare una legge che non applica un bel nulla?

A furia d'insistere che nulla è mai applicabile, neppure quanto deciso dal popolo, si rafforza la tesi che certi partiti e certi ambienti economici fanno di tutto affinché nulla cambi. D'altronde il direttore AITI, Modenini, ha candidamente dichiarato che in fondo c'è sempre lo Stato a mettere una pezza alle mancanze dell'economia.

A supportare questo dubbio è il fatto che, ne AITI, ne il PPD, ne tantomeno Regazzi, hanno mai proposto delle misure concrete e incisive per risolvere, o quantomeno migliorare, il mondo del lavoro ticinese. A scanso d'equivoci, il miglioramento lo intendo per i lavoratori ticinesi.

Regazzi e l'associazione che presiede,  dovrebbero tenere conto delle richieste dei ticinesi, ovvero regolamentare un pochino il mondo del lavoro, altrimenti non potranno lamentarsi se il ticinese medio fa di tutta l'erba un fascio e in futuro non si renderà più disponibile ad assecondare le richieste del mondo economico.

Infine vorrei che Regazzi avesse l'onesta intellettuale di non mettermi in bocca parole che non ho mai detto e neppure pensato. Mai ho generalizzato, io divido gli imprenditori onesti dagli speculatori. Anzi, difendo quelli onesti e ho intenzione di supportarli nella mia attività politica anche in futuro. Forse se Regazzi e AITI si rendessero disponibili nel cercare soluzioni concrete e non di facciata, evitando inoltre di squalificare le decisioni del popolo, otterrebbero maggiore considerazione anche dal ticinese medio.

Caro Regazzi, scrivere con AITI ai membri PPD e PLR in Parlamento chiedendo di bocciare l'applicazione di Prima i Nostri non è un buon inizio
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