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14.12.2017 - 11:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Sono una decina, vengono da quartieri malfamati, ce l'hanno con la cultura LGTB, sostengono Putin, Assad, Maduro e Kim Jon-Un: ecco la Sinistra Alternativa Svizzera

Qualche giorno fa fecero discutere per la volontà di lanciare un referendum per impedire il Gay Pride: abbiamo scoperto qualcosa in più su di loro. "I nostri capisaldi? Far rimanere la Svizzera fuori dall'alleanza euro-atlantica e siamo stalinisti. Un partito? Per ora no"

LUGANO – Aveva fatto parlare di sé per un volantino diffuso nei giorni scorsi contro il Gay Pride. Chiedeva, con diversi errori grammaticali, di cercare di lanciare un referendum contro la manifestazione dell’orgoglio LGTB, perché “la nostra società è in declino con la cultura gay che rovinerà le menti dei nostri figli”.

Firmato: un sedicente gruppo chiamato Sinistra Alternativa Svizzera. Non contesta l’omosessualità in sé, “perché genetica e non correggibile”, bensì “la propaganda che può deviare l'orientamento sessuale dei nostri figli”.

Andando a scorrere la pagina Facebook, si trovano altri “spunti”: il sostegno a Putin, Assad, Maduro, Kim Jong-Un, allo statalismo, l’avversione all’UE e agli Stati Uniti d’America, oltre appunto a quella alla cultura gay.

Ma chi si nasconde dietro questa ideologia? Per giorni abbiamo invano cercato di scoprirlo, fino a ottenere oggi una stringata risposta: “in questo periodo abbiamo ricevuto molte critiche per la nostra iniziativa sul gay pride per questi motivi vogliamo rimanere anonimi”.

Abbiamo potuto comunque, con l’anonimato, porre qualche domanda.

Chi siete, sostanzialmente?
“Siamo in dieci, abbiamo dai venti ai cinquant’anni, veniamo dal Luganese e siamo nati due anni fa”.

Quali sono le vostre idee principali?
“I nostri capisaldi sono la lotta per una Svizzera autonoma, lontana dalla sfera d'influenza euro atlantica per preservare la neutralità e scongiurare il nostro coinvolgimento in una possibile guerra mondiale. Vogliamo combattere la politica populista nei confronti dei naturalizzati e stranieri perché ciò non porterà a una buona coesione nazionale ma anzi a divisioni interne. Siamo a favore di un'economia statalista: ci deve essere una forte presenza dello stato”.

Cosa non vi piace della cultura LGTB? Si è parlato molto del vostro volantino…
“Il voler far entrare nelle scuole l'ideologia di genere e distorcere dei concetti della società che esistono da secoli”.

Qual è il  vostro obiettivo? Entrare magari in politica?
“Per noi è ancora presto agire politicamente: in questo momento l'idea di creare un partito politico è lontana, dato che non abbiamo i fondi necessari e il numero di persone non è sufficiente. L'unico modo di agire che abbiamo è diffondere le nostre idee, possiamo dare degli spunti di azione ai cittadini”.

Un post su Facebook aiuta a chiarire ulteriormente, in relazione agli errori grammaticali contestati da molti. “Vogliamo precisare che le persone che ci aiutano a scrivere i link non tutti sono di madre lingua italiana e purtroppo hanno commesso questi errori che hanno contribuito a indebolirci. Gli haters hanno sfruttato questa situazione per usarla come arma contro di noi! I nostri collaboratori vengono da classi sociali basse e abitano nei quartieri malfamati. Abbiamo pochissimi intellettuali, italiani e svizzeri che condividono i nostri stessi valori. Non conosciamo bene la base del diritto perché non siamo organizzati a scambiarci le informazioni tra di noi e dobbiamo renderci conto di impegnarci a essere più coordinati nelle nostre attività”.

I commenti e gli articoli pubblicati non sono comunque molti. Vedremo come si evolverà questo misterioso movimento.

Paola Bernasconi
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