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21.12.2017 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Niente firma, un solo anno di equivalenza. Regazzi e Quadri non ci stanno, "pronti allo scontro", "Swissexit subito"

L'UE ha ammesso che è pronta a concedere un solo anno di equivalenza fra le borse europee e quelle elvetiche dato che l'evoluzione del dossier sull'accordo quadri istituzionale non è soddisfacente. La Confederazione non si scompone, i due rappresentanti sbottano

BRUXELLES – Sì, è un ricatto. L’UE lo ammette, pur senza usare quella parola. Se tu mi dai, io ti do. Un particolare, se mi concedi la firma sull’accordo quadro istituzionale, avrai in cambio l’equivalenza fra borse svizzere e borse europee. Sì, ma il miliardo di coesione? Come se nulla fosse.

A dire tutto ciò in una conferenza stampa, il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

Viene proposta un’equivalenza valida solo per un anno, dato che i progressi sul dossier dell’accordo non sono soddisfacenti. Insomma, l’UE non è contenta e “punisce” la Svizzera, negando la possibilità di investire su titoli contemporeamente quotati sulle borse elvetiche ed europee.

La Confederazione, almeno apparentemente, non si scompone, pronta a prendere contromisure, e ribadisce che i requisiti per avere l’equivalenza ci sono.

Per contro, furibondi alcuni rappresentanti ticinesi in Consiglio Nazionale. Il pipidino Fabio Regazzi ha parlato di scontro, pur precisando di aver sempre preferito la mediazione: ma in questo caso, sarebbe corretto a suo avviso, ha detto a ticinonews.ch, ripensare alla concessione del miliardo di coesione.

Il leghista Lorenzo Quadri ha affidato il suo pensiero a Facebook: “Come volevasi dimostrare! Ogni commento è superfluo. L'accordo quadro istituzionale i balivi di Bruxelles se lo sognano. Swissexit subito!”.
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