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31.01.2018 - 09:540
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il PPD non discute pubblicamente di Argo 1, ma spiega che la questione influirà sulla scelta dei candidati per le prossime elezioni

Ieri si è tenuto il primo Comitato Cantonale da quando è scoppiato lo scandalo che ha travolto alcuni membri del partito. "È un problema del DSS, del Governo, della Commissione parlamentare d'inchiesta e della Procura, non del PPD". ha specificato Dadò, promettendo che "ne parleremo all'interno del partito"

BREGANZONA – Sì alla riforma fiscale e no a No Billag: così ha deciso ieri il Comitato cantonale del PPD, che si riuniva per la prima volta dopo che il caso Argo 1 aveva travolto Paolo Beltraminelli e, indirettamente, anche il presidente Fiorenzo Dadò.

Nessuno ne ha però parlato. Dadò ha riassunto il suo primo anno di presidenza, sottolineando l’importanza del giornale, divenuto settimanale, Popolo e Libertà. Del tema scottante, solo un accenno alla fine: “Vi prometto che a breve affronteremo all’interno del partito il problema che noi sappiamo”.

Ovvero, come ha spiegato al Corriere del Ticino a fine comitato, “è un problema del DSS, del Governo, della Commissione parlamentare d’inchiesta e della Procura e non del PPD”. Ma quanto accaduto sarà uno degli elementi che saranno valutati per decidere chi mettere in lista per le prossime elezioni cantonali.

Di più, non dice. In sala si era specificato come le cantonali e le federali 2019 sono l’obiettivo a medio termine, con una riconferma del numero di rappresentanti sia a Bellinzona che a Berna. Se il caso Argo 1 influirà, potrebbero dunque esserci delle sorprese nelle candidature? Sembra, a naso, improbabile che Beltraminelli non ne faccia parte, certamente le urne diranno quanto tutta la vicenda ha pesato sull’opinione della gente in merito al Ministro.
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