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01.02.2018 - 14:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il PLR contro tutti. "PPD e Lega, non si fa così. Gobbi, troppo facile. Riforma fiscale? Non si possono avere panino e soldini. E No Billag è un suicidio politico"

Comitato Cantonale spumeggiante quello dei liberali ieri sera, dove Caprara ha contestato le misure sul mercato del lavoro leghiste e pipidine (dall'albo dei padroncini alla tassa di circolazione sino al blocco dei permessi), e Vitta e Abate hanno spiegato il no al referendum e per il 4 marzo

GORDOLA – PLR contro tutti: contro le legge ritenute inapplicabili, a partire dall’albo dei padroncini sino all’iniziativa Fonio, contro No Billag e contro il referendum sulla riforma fiscale.

Ieri sera si è tenuto il Comitato Cantonale a Gordola, e Bixio Caprara non le ha mandate a dire. “È ora di smetterla di illudere i cittadini proponendo misure che poi al primo ricorso cadono”, ha esordito, pensando chiaramente alla legge LIA e alla tassa di collegamento e coinvolgendo nella discussione anche il blocco dei permessi, proposto da Fonio, Agustoni e Pagani che il Parlamento ha approvato, con il suo partito contrario.  Provvedimenti insomma leghisti e pipidini, su cui punta il dito. I problemi sul mondo del lavoro ci sono ma non vanno affrontati in questo modo.

Un attacco è arrivato anche verso Norman Gobbi e gli otto milioni che vuol restituire come tasse di circolazione, “troppo facile”.

E il referendum promosso dalla sinistra e dai sindacati e riuscito contro la parte fiscale del pacchetto approvato dal Gran Consiglio? “È un patto di Paese, è un patto politico! Deve essere chiaro che non si può avere ‘sia il panino, sia il soldino’. È essenziale capire lo sforzo fatto per trovare una soluzione di equilibrio tra fiscalità e misure sociali”. Anche Christian Vitta ha detto la sua: “Non solo in governo questa riforma è stata approvata all’unanimità, ma anche in parlamento la maggioranza è stata ampia. Questa riforma è particolarmente equilibrata, è un patto politico, non è che con una mano si prende e con l’altra si toglie. Anzi. I dati oggettivi mostrano poi chiaramente la tendenza a partire dal Ticino dei grossi contribuenti. Noi vogliamo salvare questo substrato fiscale. Perché si tratta spesso di persone e famiglie originarie del Ticino e che nel cantone hanno vissuto per anni. Significa che a livello fiscale siamo arrivati al limite. Non vogliamo fare i primi della classe, ma allinearci alla media svizzera”.

Infine, No Billag. “È un’iniziativa folle, dalle conseguenze gravissime, se accettata. La ripartizione attuale dei proventi del canone, che favorisce il Ticino, non è mai stata messa in discussione sul piano politico, riconoscendo sempre alla Svizzera italiana le proprie specificità, le proprie prerogative, il proprio ruolo di minoranza. Con quale coraggio politico, con quale credibilità, potremmo presentarci a Berna se il 4 marzo scaturisse proprio in Ticino un sì a questa iniziativa? Sarebbe un autentico suicidio politico”, ha sostenuto Fabio Abate.

Intanto, come il PPD, i liberali hanno ammesso di star già pensando alle prossime elezioni, e di voler fare del giornale di partito, Opinione Liberale, un punto di partenza, una piazza di confronto.
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