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23.04.2018 - 14:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Salari e tredicesima non pagati agli operai della Condotte Cossi, l'ira di Fabio Regazzi: "Spero che la politica e lo Stato dimostrino in futuro maggiore attenzione e cautela quando si tratta di attribuire appalti per importanti opere pubbliche"

Una trentina di dipendenti – tutti residenti in Ticino – impiegati nel cantiere del nuovo tunnel dell'Albula sono stati riassunti da un nuovo consorzio al quale l’impresa di ha passato i lavori. Ma non hanno ancora preso gli stipendi del mese di dicembre e le tredicesime

BERNA – “Non posso certo dire di essere sorpreso di questa notizia. È da oltre un anno che lancio avvertimenti, a suon di atti parlamentari e interviste, per segnalare delle situazioni gravi e preoccupanti che riguardano questa azienda e le sue associate”. Così il consigliere nazionale del PPD Fabio Regazzi commenta il caso della trentina di operai dell’impresa Condotte Cossi che non hanno ancora percepito i salari di dicembre e la tredicesima.

A metà marzo l’ingegner Duccio Astaldi, numero uno del consorzio Condotte Cossi, che due anni fa era a Sigirino, alla cerimonia che segnava il crollo dell’ultimo diaframma della canna della galleria di base del Ceneri, è stato arrestato. Il presidente del consiglio di gestione della Condotte Spa, impresa italiana leader nel settore delle costruzioni, è indagato insieme ad altri connazionali in una inchiesta su una presunta tangente per tre lotti dell'autostrada Siracusa-Gela.

La notizia ha fatto scalpore. E ora fanno scalpore i salari non pagati dalla sua impresa. Come riferisce oggi il portale tio/20 Minuti, una trentina di dipendenti – tutti residenti in Ticino – impiegati nel cantiere del nuovo tunnel dell'Albula sono stati licenziati nelle settimane precedenti all'arresto e riassunti da un nuovo consorzio al quale l’impresa di Astaldi ha passato i lavori. Il problema è che non hanno ancora preso gli stipendi del mese di dicembre e le tredicesime. In totale si parla di oltre 400mila franchi di arretrati.

“Ora i nodi stanno venendo la pettine – scrive su Facebook Regazzi - e spero che la politica e lo Stato dimostrino in futuro maggiore attenzione e cautela quando si tratta di attribuire appalti per importanti opere pubbliche, anche per evitare di ritrovarsi alla fine in situazioni in cui tutti (contribuenti, aziende serie e operai) escono perdenti”.


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