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26.04.2018 - 16:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

PS e PPD contro il PLR. "Tengono il piede in due scarpe". "Chi ha condotto il DSS riducendolo così?". E per le elezioni, nessun vincolo, tutti sono in gioco

Nei Comitati Cantonali, si è parlato di liste: la GISO voleva dei vincoli per quanto concerne donne e giovani, ma il partito non è di quell'idea, in casa pipidina potrebbero esserci delle primarie e "nessuno ha diritto di prelazione". Intanto volano parole di fuoco verso i liberali

LOCARNO/BREGANZONA - Le elezioni cantonali in teoria appaiono ancora lontane, in pratica lo sono meno di quanto sembrano. I partiti piano piano, più che altro sottobanco per il momento, stanno pensando a liste e candidature.

Ieri si sono svolti i comitati cantonali di PS e PPD e il tema è saltato fuori.

I socialisti hanno deciso di non imporre vincoli, né di genere né di età: chiunque potrà presentarsi, i cinque nomi per il Consiglio di Stato verranno decisi in estate e se ne discuterà al Comitato del 3 ottobre, per il Gran Consiglio c’è tempo sino a gennaio.

La GISO aveva chiesto di inserire almeno due donne e di un giovane sulla lista per il Governo e una quota femminile del 40% e di una giovanile del 25% al Gran Consiglio, ma la risoluzione è stata ritirata. Al momento, a dire il vero, il vero, in Parlamento uomini e donne sono perfettamente pari, e l’obiettivo di avere donne e giovani in lista c’è, quanto meno per il Gran Consiglio, con il 50% nel primo caso e il 35% nel secondo: ancor di più di quel che volevano i giovani, insomma.

A Breganzona si è riunito il PPD, e Fiorenzo Dadò ha detto che “l’ambizione è un motore molto potente, ma in questo partito va promossa solo quando questa coincide in modo chiaro e senza possibilità di equivoco con gli interessi collettivi della nostra grande famiglia popolare democratica. Se c’è qualcuno che ha in mente solo il proprio tornaconto personale ci dispiace ma non avrà terreno fertile”. Cosa intendeva dire? Difficile dirlo, probabilmente un richiamo all’unità del partito, come quella poi lanciata dal capogruppo Agustoni, che chiede di profilarsi in modo chiaro. In ogni caso, il famoso sondaggio da cui si parla da tempo verrà presto recapitato nelle bucalettere degli affiliati.

Dopo i casi in cui è stato coinvolto il DSS, nulla è scontato, e non si escludono delle primarie: Dadò lancia anche qualche frecciata a Beltraminelli, che ieri non c’era per lavoro, dicendo di non essere convinto che abbia gestito il tutto al meglio. “Nessuno ha il diritto di prelazione”: insomma, nemmeno chi è in carica.

Insomma, su una cosa PS e PPD sono d’accordo: nessun vincolo, tutti sono in gioco per le prossime elezioni. E comune è anche la critica rivolta al Partito Liberale.

“È tempo di farsi un esame di coscienza, chi è che ha nominato i due funzionari liberali radicali all’origine anche dei problemi dell’assistenza? Chi ha condotto il DSS per anni, riducendolo allo stato in cui si trova oggi? Tanto per essere chiari non sono stati Beltraminelli o il PPD che hanno versato alla chetichella il doppio salario e contemporaneamente la cospicua pensione all’ex cancelliere dello Stato Giampiero Gianella”, ha tuonato il presidente.

Parole di fuoco anche da Righini, “il PLR sta operando una politica con il piede in due scarpe. Da una parte a parole difendono i cittadini del ceto medio, poi nei fatti se ne dimenticano e agiscono a supporto dei super ricchi e della grande economia speculativa. Il consuntivo? Un risultato ottenuto anche sulla pelle dei cittadini in difficoltà con dei dolorosi tagli alla politica familiare. I preventivi servivano a mettere paura, invitando i cittadini ad appoggiare i loro piani di risanamento”. I rapporti fra i due partiti non sono dei migliori, ancora il presidente: “da un anno ormai strumentalizzano qualsiasi tema per screditarci, si giocano il tutto per tutto senza né garbo né mezze misure. Caprara? Che esca dalla sale delle istituzioni e dagli alti vertici del suo partito per leggere con oggettività realtà e economia ticinesi. Faccia un bagno di umiltà”.

Le finanze pubbliche non convincono neppure Dadò, che vorrebbe lanciare un’iniziativa per istituire un Tribunale indipendente eletto dal popolo che le giudichi.
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