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08.05.2018 - 12:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Requiem per la LIA, stavolta. "Impossibile correggere i conflitti col diritto superiore. Un sistema fondato su obbligo di annuncio e di iscrizione legato ad alcuni criteri si è rivelato sproporzionato"

"Strumento privo di sufficiente interesse pubblico per essere compatibile con la libertà di commercio. I correttivi proposti non bastano". Il Governo nel suo messaggio chiede di abolire la LIA e a parole la distrugge, ammettendo la sproporzionalità e l'inefficacia. Pronte altre misure per l'artigianato

BELLINZONA  - La sorte della LIA è sempre più segnata: il Consiglio di Stato ha approvato oggi il messaggio con il quale propone la sua abrogazione, che sarà ora sottoposto al Gran Consiglio. 

“Lo scorso 7 marzo il Tribunale cantonale amministrativo aveva accolto due ricorsi contro la Legge cantonale sulle imprese artigianali (LIA), presentati dalla Commissione federale della concorrenza. Il Consiglio di Stato, una volta valutate le motivazioni della sentenza, aveva incaricato i servizi competenti di intraprendere i passi necessari per abrogare la Legge”, scrive il Governo in una nota.

Il lungo messaggio si conclude con la necessità di “prendere atto dell’impossibilità di apportare dei correttivi soddisfacenti ai conflitti con il diritto superiore che il TRAM e la COMCO hanno riscontrato nella vigente normativa. Il sistema fondato su soluzioni che prevedono un obbligo di annuncio ed iscrizione legato al soddisfacimento di determinati requisiti si è rivelato – per le categorie professionali in questione – sproporzionato e privo di sufficiente interesse pubblico per essere compatibile con il principio costituzionale della libertà di commercio e di industria e per il suo corollario, concretizzato dalla LMI. I correttivi proposti dal gruppo di lavoro istituito dall’UAE non permettono, con ogni verosimiglianza, di rendere la LIA pienamente conforme alla Legge federale sul mercato interno. Essi renderebbero ad ogni buon conto il risultante sistema di controllo privo di una sufficiente efficacia e dunque insostenibile qualora risultassero degli oneri finanziari a carico dell’ente pubblico”.

“Di conseguenza vi proponiamo di procedere con l’abrogazione della LIA adottando l’annesso disegno di decreto legislativo. La decisione riveste a tutt’oggi una certa urgenza, motivata con la necessità di risolvere al più presto l’attuale situazione di incertezza e possibile disparità di trattamento nonché di evitare un eccessivo dispendio di risorse”, proseguono i Ministri.

A seguito delle sentenze del TRAM, ben note, “le imprese extracantonali sono ora abilitate a lavorare liberamente sul nostro territorio senza che si possa esigere da loro alcuna iscrizione o annuncio. Con una lettera dello scorso 1. maggio la COMCO ha fatto presente allo scrivente Consiglio questa circostanza, segnalando l’illegalità di alcune richieste formulate a delle ditte d’Oltralpe dalla Commissione di vigilanza e impartendo un termine al 14 maggio per rettificare la prassi di quest’ultima. Sia come sia, considerati anche i presumibili tempi di evasione dei suddetti ricorsi al Tribunale federale (v. ad esempio la pendente procedura concernente la tassa di collegamento), la mancata applicabilità della LIA alle imprese extracantonali pone un evidente problema di equità ed in specie di parità di trattamento nei confronti delle imprese aventi sede in Ticino”.

Il Cantone è consapevole che le risorse della Commissione di vigilanza sulla LIA si esauriranno presto e coprirà egli stesso le spese eccedenti. Il problema del settore degli artigiani rimane, e c’è il desiderio di migliorare i controlli non prima, come accadeva con la LIA, bensì dopo, ovvero “con l’esigenza di incrementare le verifiche sui cantieri e rendere maggiormente efficace l’utilizzo degli strumenti già contemplati dalla Legge concernente il rafforzamento della sorveglianza del mercato del lavoro (pure accedendo alla banca dati dei cantieri). Pure la pendente revisione della legislazione in materia di commesse pubbliche contribuirà a sopperire alla mancanza del controllo preventivo istituito dalla LIA. Per sostenere la professionalizzazione delle commissioni paritetiche il Dipartimento delle finanze e dell’economia ha programmato un piano di formazione rivolto a tutti gli ispettori, che prevede di coprire le tematiche rilevanti legate alla sorveglianza del mercato del lavoro. Considerata ora la necessità di rafforzare ulteriormente la sorveglianza del mercato del lavoro, il Cantone, tramite il DFE, effettuerà un'ulteriore campagna di sensibilizzazione delle commissioni paritetiche sugli strumenti previsti dalla Legge concernente il rafforzamento della sorveglianza del mercato del lavoro. In effetti, praticamente tutti i settori dell’artigianato fino ad oggi assoggettati alla LIA, sono coperti da un contratto collettivo di lavoro e pertanto sottoposti alla vigilanza degli organi paritetici”.

Insomma, il Governo pensa a strumenti, ma la LIA… non s’ha più da fare.
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