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09.05.2018 - 13:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Interviene Quadri, "altro che valori cristiani, si comportano come una setta, vedo un parallelismo con il radicalismo islamico. Se sono semplicemente omofobi, che lo dicano"

Il Municipale reagisce alle accuse di Helvetia Christiana: "non mi va di farmi dare del cristianofobo, del violatore dei diritti costituzionali e del ricattato da un'organizzazione estremista e settaria. Sono loro il problema, non il rosario o il cristianesimo. Pensate che se l'avesse chiesto il Vescovo avremmo detto no?"

di Lorenzo Quadri*

Questo genere di farneticazioni reiterate dimostra che il Municipio ha fatto bene a negare l'autorizzazione. Non certo perché il Municipio di Lugano è cristianofobo, il che è un'accusa assolutamente ridicola.

Il problema non è di certo né il rosario né il cristianesimo. Il problema sono le associazioni religiose estremiste e settarie.

O qualcuno si immagina che se fosse stato il Vescovo a chiedere di recitare un rosario non avrebbe ottenuto l'autorizzazione? Di manifestazioni cristiane a Lugano se ne tengono parecchie. A proposito del padre spirituale di questa associazione / setta nata in Brasile si legge: "Il 18 aprile 1985 la Conferenza Episcopale Brasiliana dichiarò in un comunicato stampa che per "il carattere esoterico, il fanatismo religioso, il culto nei confronti del capo e fondatore, l'abuso del nome di Maria Santissima" il movimento Tradizione, Famiglia e Proprietà, fondato e presieduto da Corrêa, non era in comunione con la Chiesa cattolica".

A che titolo quindi costoro si spacciano per tutori del pensiero cristiano e cattolico? A che titolo dispensano a destra e a manca accuse di cristianofobia? Personalmente, come membro del Municipio, non accetto di farmi dare del cristianofobo (?), del violatore di diritti costituzionali e men che meno del ricattato, da una setta.

Come già detto, qui si vede semmai un parallelismo con il radicalismo islamico: il modus operandi, ed anche lo strillare alle "fobie" contro chi non li asseconda in tutto, è lo stesso. Il Municipio fa bene a girare al largo da tutti gli estremismi e da tutte le sette. L'aspetto sconcertante è semmai lo spazio che questi signori di Helvetia Christiana ottengono sui media, ma si sa che ormai per riempire pagine e portali online tutto fa brodo, specie se trattasi di polemichetta.

Ed è evidente che il problema non è nemmeno il Gay Pride (su cui non do alcun giudizio di merito). Perché se si fosse trattato di una manifestazione a sostegno dei padri divorziati o delle madri divorziate, oppure di un eteropride di conviventi eterosessuali ma non sposati, Helvetia Christiana dovrebbe formulare le stesse censure ed accuse. A meno che l'associazione in questione non sia "Christiana", ma semplicemente omofoba. E allora che lo dica. Senza nascondersi dietro la religione.

E, se non le sta bene la decisione del Municipio, che faccia ricorso. Invece fa solo cagnara mediatica. L'obiettivo di tutta l'operazione era forse solo quello di ottenere visibilità? 

*Municipale di Lugano
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