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09.05.2018 - 15:230
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Pontiggia stavolta sta con Zali. "L'interpellanza discussa ieri è stato il ruzzolone più indecoroso di Pronzini, che riceve informazioni dall'Amministrazione, con obiettivi selezionati da colpire"

Il direttore del Corriere del Ticino spiega che prelevare i soldi del secondo pilastro da parte del leghista era un diritto. "La foga tradisce Pronzini, e 'l'imbarazzante ignoranza sulle leggi', come dice Zali, fa il resto. Il Ministro non ha dato le risposte che voleva sentire, e che i fatti impedivano di dare"

BELLINZONA – “Io sto con Zali”, “io sto con Pronzini”. Ieri è andato in scena un duro scontro fra il Consigliere di Stato e presidente del Governo e il deputato MPS, ormai esponente di spicco dell’opposizione, in particolare a quelli che ritiene privilegi.

A un certo punto sono volate anche parole grosse, con Zali che ha condannato l’ignoranza di Pronzini. Il tema sul tavolo era quello delle pensioni dei Ministri, ma in particolare, pur senza fare nomi, il deputato se la prendeva proprio con il leghista, che dunque ha reagito piccato.

Sì, è proprio Claudio Zali protagonista di una domanda che sembrerebbe un caso generico e un esempio, ma che invece… “Se ha ritirato questi soldi, la sua pensione diminuirà, come succede per i cittadini comuni o, invece, riceverà la rendita intera? Magari grazie al fatto di aver già lavorato prima per dieci, venti anni, per lo Stato? Per cui, anche se non dovesse fare le quattro legislature necessarie per maturare il massimo della pensione da ministro, cumulando gli anni alle dipendenze dello Stato, raggiungerebbe lo stesso importo, ossia circa 140mila franchi annui, nonostante abbia prelevato, in tutto o in parte, il suo fondo previdenziale per l’acquisto della casa?”, domandava Pronzini.

Oggi sul Corriere del Ticino il direttore Fabio Pontiggia prende le difese di Zali. “Pronzini ha detto che Zali non ha dato risposte. Ha ragione, ma solo in parte. Zali non ha dato le risposte che Pronzini voleva sentire. E che i fatti impedivano di dare”, scrive nel suo articolo odierno.

A suo avviso,”il deputato del Movimento per il socialismo (erede della Lega marxista rivoluzionaria) Matteo Pronzini si è dato una missione in questa legislatura: distruggere la credibilità del Consiglio di Stato. La attua non con l'arma dell'ideologia, da tempo spuntatissima, ma con quella della deligittimazione populista.. Più precisamente Pronzini cerca di far passare l'idea che chi sta nell'Esecutivo cantonale sia in tutto e per tutto paragonabile agli esponenti della casta politica della vicina penisola che si autoattribuiscono privilegi inaccettabili (se non addirittura illegali), mentre molti cittadini fanno fatica a condurre un'esistenza perlomeno dignitosa. Il suo furore anti-istituzionale è palesemente alimentato da un flusso di informazioni e documenti provenienti dall'interno dell'Amministrazione cantonale. Gli obiettivi da colpire sono attentamente selezionati”. Insomma, parrebbe di capire che sospetta che qualcuno passi informazioni a Pronzini…

Ma in questo caso, ha sbagliato. “La sua generosa foga a volte lo tradisce. L'imbarazzante ignoranza delle leggi (per dirla con le parole usate ieri in aula dal consigliere di Stato Claudio Zali) fa il resto”.

“L'interpellanza sul prelievo di una parte del capitale del secondo pilastro da parte di Zali per finanziare l'acquisto dell'abitazione primaria nel Malcantone è stato forse il ruzzolone più indecoroso per il parlamentare dell'MPS”, prosegue Pontiggia, spiegando che Zali ha prelevato una parte del secondo pilastro come da legge, e che non si tratta di un privilegio bensì di un diritto di tutti, e il fatto che il leghista sia in Governo non cambia assolutamente nulla.
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