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10.06.2018 - 09:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Garzoli: "sì, c'è un conflitto". Pagnamenta: "ma l'operazione è interessante per il Cantone". Il Mattino chiede lo stop, "non si vota nemmeno un centesimo. Semmai siamo pronti al referendum"

"Ancor più sospetto che ora si parli di affittare i locali", tuona il settimanale leghista. "Funzionari PLR, politicanti PLR, un possibile aggiramento della legge nell'ambito di un succulento affare in cui il Dipartimento PLR vorrebbe spendere una barca di soldi: la questione va approfondita"

GIUBIASCO  - Sì, c’è un conflitto di interessi in merito allo stabile e al terreno della Città dei Mestieri, ma d’altronde la location era di strategica importanza ed era peccato se il Cantone non ne avesse approfittato. In sintesi, è quello che pensano i due liberali coinvolti nel caso, Paolo Pagnamenta e Giacomo Garzoli. Il Mattino però non vuole che si voti il credito ed è pronto a lanciare, in caso di sì, un referendum.

“Prima di proporre il terreno al Cantone lo abbiamo proposto a diversi privati. Su questo punto si è fatta tanta confusione. Noi, preciso, lo abbiamo proposto al Cantone perché quel terreno è strategico: è accanto alla stazione ferroviaria di Giubiasco, da lì si può arrivare quando sarà completata la galleria di base del Monte Ceneri, a Lugano o Locarno in venti minuti, o imboccare in pochi minuti l’autostrada. Sarebbe un peccato se l’ente pubblico non approfittasse di questa opportunità. Sarebbe un peccato se tutto finisse in polemica politica, senza guardare invece i reali vantaggi di una operazione come questa", spiega Pagnamenta al Caffè. Lui, precisa, quando se ne parlerà in Gran Consiglio, uscirà dall’aula.

È stato lui a proporre, assieme ad altri due liberali, di edificare la Città dei Mestieri, pur essendo appunto socio di Evita, la società immobiliare proprietaria dello stabile. Della progettazione si è occupata la Evolve, nel cui CdA siede un altro deputato liberale Giacomo Garzoli. "Sono consapevole che c’è un conflitto d’interesse. E proprio per questo io mi sono comportato, correttamente, di conseguenza: quando si è parlato del progetto in commissione della gestione, di cui sono componente, io sono rimasto fuori dall’aula. E anche politicamente mi sono astenuto da qualsiasi giudizio. Di più non posso dire", afferma sempre al settimanale.

Tra l’altro, nel CdA c’è anche Marco Romano, che ai tempi, interpellato da TicinoLibero, aveva spiegato: “Il progetto è promosso da Evita SA (non Evolve), società di cui non faccio parte e con cui non ho relazioni. In Evolve sono membro di CdA per motivi professionali. Evolve ha lavorato al progetto (parte ingegneristica), ma non è promotore. La vicenda quindi non mi coinvolge né direttamente né indirettamente e nella mia funzione strategica in Evolve non mi sono mai occupato di questo progetto. Di fondo guardando da fuori mi pare che il problema non sia la società che ha promosso un progetto immobiliare, ma il Cantone che (eventualmente, tutto è in fase di verifica) non ha rispettato pienamente la legge sulle commesse pubbliche”.

Infatti su questo punto ci sono una serie di perizie: ‘c’è chi dice che va tutto bene (una commissionata da Evita), chi invece è nel dubbio. Il Mattino per esempio frena: “la questione va approfondita in modo puntiglioso prendendosi tutto il tempo necessario. Qui ci sono infatti di mezzo funzionari PLR, politicanti PLR, imprenditori PLR ed un possibile aggiramento della legge nell’ambito di un succulento affare in cui il Dipartimento PLR vorrebbe spendere una barcata di soldi del solito sfigato contribuente!”.

“Ancora più sospetto il fatto che improvvisamente, vista la malparata, adesso il DFE proponga anche di prendere in affitto gli spazi nel centro eVita invece che di acquistarli in PPP. A parte che il canone ipotizzato (600mila franchetti all’anno!) pare spropositato, l’improvvisa virata puzza di bruciato lontano un miglio! Per la serie: vogliamo assolutamente andare nel centro eVita degli amici liblab, e pur di raggiungere questo obiettivo ci inventiamo le più acrobatiche arrampicate sui vetri!”, prosegue il settimanale leghista, che cita anche Flavio Petraglio, sempre PLR e presidente della eVita e direttore della Evolve.

Dunque, si ritiene che non si debba discuterne il 18 in Gran Consiglio. “Finché non sarà fatta piena e totale chiarezza su possibili aggiramenti di legge ad opera di funzionari e politicanti liblab, per la città dei mestieri – che di certo non è un’urgenza! – non si vota nemmeno un centesimo E se invece per disgrazia la maggioranza del parlamenticchio dovesse decidere di dare il via libera, il referendum contro l’inciucio PLR è annunciato!”.

La questione pronta a infiammare l’estate politica è servita.

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