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22.07.2018 - 09:000
Aggiornamento: 13:56

"MPS ha rotto l'alleanza perchè non sono riusciti a trasformarci nei loro giocattolini"

Il Partito Comunista prosegue il botta a risposta. "Erano scettici? Non ci pare. Noi non vogliamo solo fare baccano mediatico"

BELLINZONA – Il Partito Comunista reagisce, proseguendo la polemica a sinistra della sinistra. Non lo voleva fare, si legge in una lunga nota, ma dopo la biblica presa di posizione del MPS sui motivi della rottura, dove c’erano anche attacchi pesanti, non è bastata al PC la replica, personale, di Ay.


E così quelli che il Movimento per il Socialismo ha definito “ragazzotti”, pur desiderando un fronte progressista unito, dicono la loro, citando a più riprese Sergi. “perché MPS ha deciso di rompere l’alleanza con il PC? Per una ragione molto semplice: perché noi siamo indipendenti dai diktat che hanno tentato di imporci in questi ultimi anni! Siamo un partito di giovani (non a caso Pino Sergi ci etichetta sprezzantemente come “ragazzotti”), con un’età media di 30 anni, che produce – crediamo – del lavoro politico la cui qualità è riconosciuta: iniziamo ad incidere nella realtà e abbiamo una prospettiva di crescita, certo lenta, ma reale, e lo facciamo con umiltà, lavorando sodo senza l’aiuto dei media che in questa legislatura hanno dato spazio solo a chi urlava! Il progetto di MPS di rendere i “ragazzotti” del PC i loro giocattolini da usare per portare acqua al loro mulino è fallito e quindi hanno deciso di escluderci da tutto, tanto hanno trovato un altro alleato usa e getta. Ci consideravano “un gruppo di amici” (Sergi dixit) e invece ci siamo dimostrati un Partito, plurale ma disciplinato e, seppure piccolo, capace di coinvolgere tanti giovani che sono protagonisti e non pedine. Abbiamo prodotto tante cose interessanti e innovative – altro che “fermi agli anni '30”! – sia nelle istituzioni che fuori e continueremo a lavorare, sempre disponibili a ricercare forme di unità, ma fermi nella nostra traiettoria socialista scientifica”.


E ribatte alle ‘accuse’ punto per punto. “MPS sostiene che “l’altro deputato”, cioè il granconsigliere Massimiliano Ay non sarebbe pervenuto. Fandonie! Il nostro deputato ha presentato 54 atti parlamentari su svariati temi, avanzando proposte concrete e attuabili per migliorare le condizioni delle fasce più deboli della popolazione. Questi sono i dati, che non tengono conto delle sedute di commissione e dell’attività politica extra-istituzionale non meno importante. Non è certo una questione solo di quantità, ma visto che veniamo attaccati come “inesistenti” ci premeva portare le cifre. Inoltre il nostro deputato, a differenza di chi lavorerebbe “splendidamente” (cit. Pino Sergi), ha votato e voterà tutte le trattande all’ordine del giorno, non solo quelle di suo interesse (e qui basterebbe vedere i tabulati di votazione in Granconsiglio)! Forse un po’ più di rispetto per il lavoro altrui non guasterebbe! Ma l'umiltà, si sa, non è da tutti”, inizia il PC.

MPS sostiene di essere stato scettico in merito all’alleanza già nel 2015. “Strano, ricordiamo una telefonata di Matteo Pronzini in cui entusiasticamente ci invitava a ripresentarci uniti. Per carità di patria e per correttezza, poi, rinunceremo a ricordare i toni e i contenuti di alcune riunioni interne”.

Questione Partito Socialista: arriva un altro attacco a Sergi, dopo aver chiarito la propria indipendenza. “Non prendiamo lezioni da un Pino Sergi che è arrivato persino a sciogliere il suo Partito per confluire nel PS, entrando addirittura nella Direzione della socialdemocrazia! Chi non ha mai perso la propria indipendenza è proprio il Partito del Lavoro in seguito rinominato in Partito Comunista. Aggiungiamo inoltre che la frase “il PC è all’ombra del PS”, attribuita da MPS al nostro consigliere comunale di Lugano Demis Fumasoli, è una colossale menzogna!”


“Il motivo è semplice: in assenza di un deputato comunista preferiamo un consigliere nazionale socialista piuttosto che un deputato borghese in più che spinge, ad esempio, a favore della soppressione delle misure accompagnatorie degli accordi bilaterali. E aggiungiamo che il POP, nuovo alleato del MPS, ha fatto la nostra stessa scelta nel 2015, come anche, negli anni precedenti – e con molta convinzione! – lo facevano i suoi dirigenti. Se per MPS rinunciare alle congiunzioni col PS alle elezioni federali costituisce la condicio sine qua non, allora che valga per tutti!”, così vengono spiegate le congiunzioni col PS alle federali. Per quanto concerne le comunali, “se c’è una base programmatica comune le alleanze sono giuste, perché permettono di avere i numeri per far approvare riforme o idee, e non solo per urlale slogan! Si chiama politica: il resto è degno di una setta, non di un partito! Anche in questo caso, peraltro il nuovo alleato di MPS, aveva deciso a Lugano, così come a Locarno e altrove, di fare una lista unica col PS”.
MPS attaccava anche la visione della politica estera e del comunismo in generale. “Le nostre relazioni estere sono basate sull’indipendenza reciproca e sullo studio delle complessità di ciascun paese, e non invece su un'identificazione di stampo sterilmente celebratorio!”, facendo gli esempi di Cina e spiegando come “mentre MPS in politica estera fa il tifo e legge il mondo con paraocchi ideologici manichei, noi analizziamo le contraddizioni della geopolitica: finora peraltro abbiamo visto giusto! Dovremmo forse ricordare quando MPS faceva propaganda contro il governo di sinistra in Brasile? Saranno felici che oggi un colpo di stato fascista l’ha abbattuto!”.

“Il PC non è una vera alternativa al PS? Per carità, le litigate adolescenziali su chi è più a sinistra di altri non ci interessano: noi non lavoriamo per la nostra “parrocchia”, ma per far avanzare degli ideali condivisi nella società, e questo va fatto unendo quando possibile chi si riconosce nei valori progressisti, senza regalare spazi alla destra o – peggio ancora – senza diventarne gli strumenti al solo fine di fare baccano mediatico e screditare le istituzioni. Non è mai stato questo il costume dei comunisti e del Partito del Lavoro”.

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