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17.08.2018 - 12:320

Turismo equestre, un settore da sviluppare? Intanto, servono migliorie

Sara Beretta Piccoli, prendendo spunto dal racconto di un cavaliere che ha percorso il nostro Cantone, inoltra una mozione

BELLINZONA – Un turismo equestre in Canton Ticino? Ovvero, la possibilità di percorrere tutto il cantone a cavallo? Un’idea forse di nicchia, ma che potrebbe aprire nuove possibilità. Per questo, però, servono diverse migliorie.

A domandarle è Sara Beretta Piccoli del PPD, che in una mozione domanda al Consiglio di Stato “di trovare delle soluzioni concrete alle problematiche pratiche di realizzazione di un percorso senza ostacoli, per lo sviluppo di un turismo equestre in Ticino”.

Quali sono i problemi? Beretta Piccoli prende spunto dal racconto della traversata a cavallo tra Ticino e Giura documentata dal Signor Bruno Brughera, dove si segnalano impedimenti dettagliati sul percorso proposto. L’uomo, in tappe, è andato da Bogno a Quartino, poi da Quartino a Cresciano, da Cresciano a Chioggiogna, da Chiggiogna ad Airolo fino poi a giungere ad Andermatt e da lì al Giura.

Un’avventura ben documentata, un percorso sicuramente impegnativo ma affascinante, che potrebbe essere da spunto per altri turisti. Brughera ha segnalato anche alcuni problemi, qualcuno specifico di un tratto, altri comuni a tutto il Ticino.

“Sicuramente, in Ticino, si è meno abituati a condividere la strada con i cavalli, sebbene quest’ultimi abbiano l’obbligo di stare sul sedime stradale, ed è loro vietato percorrere marciapiedi. Purtroppo praticamente nessuno lo sa e molti pensano il contrario. Sarebbe interessante proporre al TCS, e all’associazione dei maestri conducenti, riprendere questa norma. Malgrado tutto, ci siamo preparati cercando di segnalare la nostra presenza anche con una bici , che in alcuni tratti indicava la presenza in punti ciechi sia in Ticino e soprattutto nel Canton Uri. A bilancio la sensibilizzazione, la pazienza degli autisti in Ticino è parecchio carente, più tollerante nelle valli”, scrive a un certo punto.

Parla poi di 10 metri di roccia che, nel percorso dai Barghi di Colla, capanna Monte Bar, Motto della Croce, Gola di Lago, Bironico, hanno rischiato di mandare a monte il progetto perché impraticabili. Oppure del nuovo ponte pedonabile/ciclabile sulla Moesa è interdetto ai cavalli con cartello ufficiale, mentre tra Claro e Cresciano altri due sono impossibili da percorrere a cavallo, così come la “variante che ci porta da Gorduno sulla sponda destra del Ticino per prendere il ponte bianco e ritornare sulla sponda sinistra”. A Cresciano “il sentiero lungo il fiume sponda sinistra si interrompe a pochi metri dall’imbocco sul ponte che porta a Lodrino e chiede di risalire per una scala”.

La Fondazione per la protezione delle Bolle di Magadino “ha imposto un divieto di transito perché alcuni cavalieri non rispettavano delle indicazioni. Mi si dice che basterebbe permettere il passaggio solo al passo per usufruire di luoghi particolari”.

Brughera spiega poi come “una delle tratte più suggestive, quasi totalmente su sentieri, affascinante il passaggio delle gole del Piottino, anche se le passerelle in legno non sono da tutti e soprattutto non adatte a scarpette o ferri…”, così come hanno messo in difficoltà i pascoli recintati e verso Andermatt “ c’era un sentiero marcato per mountain bike ma che si è rivelato molto ostico con diversi lastroni di granito scivolosi e in contropendenza che hanno messo a dura prova le “ragazze”.

Insomma, gli spunti per apportare piccole correzioni, che possono cambiare le cose per il turismo equestre in Ticino, un settore da sviluppare, ci sono. Ci sarà da capire se il Consiglio di Stato lo ritiene un campo interessante, al punto da accogliere le modifiche chieste da Beretta Piccoli.

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