dal profilo Facebook di Nicola Pini
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13.09.2018 - 15:320

Pini, bilancio di... mezzo mese senz'auto. "Riesco a lavorare o chiacchierare, ma dipendo dagli orari"

Il deputato si è imposto un mese solo coi mezzi pubblici: "finora non ho rinunciato a nessun appuntamento, magari al caffé prima o dopo la riunione. Ideale è un mix"

LOCARNO – Un mese senz’auto, per testare il sistema di trasporto pubblico ticinese e rispondere a diverse domande, dalla convenienza a livello di costi alla puntualità. Nicola Pini ha raccolto una sfida, lanciata assieme al settimanale liberale Opinione Liberale (che nell’edizione in uscita domani racconta come il collega Graziano Crugnola gli abbia offerto un passaggio ma lui, coerentemente, abbia rinunciato!). Per ora sono passate solo due settimane, ma con lui abbiamo provato a stilare un mini-bilancio, con alcuni dei quesiti che il giornale poneva e non solo.

Come si sta trovando? Quali sono i vantaggi che noti e quali le difficoltà?
Siamo solo all’inizio ed è forse ancora presto per stilare un bilancio. La prima impressione è tendenzialmente positiva, anche se l’esperienza è impegnativa: inizialmente non è sempre facile orientarsi nel sistema di trasporto pubblico e le indicazioni non sempre sono cristalline. Fra gli aspetti positivi una gestione più attiva degli spostamenti – in termini di programmazione e utilizzo del tempo durante lo spostamento – e una maggiore consapevolezza del territorio: dalle distanze allo sguardo sul paesaggio che il trasporto pubblico ti permette di osservare con più attenzione e da punti di vista diversi da quelli di un automobilista. Fra gli aspetti negativi invece la dipendenza dagli orari, che impone di programmare con cura e in anticipo gli spostamenti, con una leggera perdita di flessibilità, per il momento sopportabile, ma comunque presente. Da notare anche un certo allungamento dei tempi di percorrenza, anche se molto dipende dagli orari in cui ti muovi e da come utilizzi il tempo del viaggio, che può costituire un’opportunità".

Riprendendo OL, sta riuscendo a fare tutto? La mancata puntualità a volte è un problema?
"Per il momento sì: gli imprevisti (e i ritardi) sono finora stati pochi e sto riuscendo a fare tutto; e questo nonostante la mia attività professionale e politica richieda disponibilità, flessibilità e mobilità su tutto il territorio cantonale, dalla Valle Onsernone al Mendrisiotto. Finora non ho rinunciato a nessun appuntamento, ma semmai a ciò che gli sta attorno, il classico caffè o bicchiere prima o dopo la riunione. Sono riuscito anche a conciliare appuntamenti che a prima vista non lo erano, come una riunione a Vezia alle 18.00 e una a Locarno alle 20.30. Certo alcune cose non posso purtroppo organizzarle, come ad esempio una riunione serale in Valle: l’ultimo bus in discesa è infatti in serata. Questi limiti vanno tenuti presenti nell’organizzazione del lavoro".

Sempre da OL, come costi conviene?
"È ancora troppo presto anche solo per azzardare un’ipotesi sull’aspetto finanziario: il consuntivo lo tirerò a fine mese, quando potrò confrontare i vari costi e risparmi".

Di nuovo da OL, riesce a sfruttare il tempo in cui viaggi coi mezzi pubblici (penso soprattutto al treno), per lavorare? Oppure può servire in altro modo: relax, relazioni sociali con chi siede a fianco a lei?
"Spesso riesco a lavorare bene sul mezzo pubblico (aspetto per me importante), non solo sul treno ma anche sui bus, dove a volte puoi pure trovare rete wi-fi e prese per l’I-phone. Dico spesso perché naturalmente molto dipende dagli orari e dall’occupazione del mezzo di trasporto: se capiti male diventa difficile, anche se basta un I-phone per essere sempre “operativo”. A livello sociale sto apprezzando il “grazie e arrivederci” che molte persone pronunciano quando scendono dal bus; gentilezza che compensa qualche comportamento arrogante (poco frequente, ma sempre di troppo). Tra gli aspetti negativi da questo punto di vista anche diverse chiacchierate spontanee troncate malamente per non perdere il bus o il treno; forse compensate da altri incontri inattesi sul trasporto pubblico. Le relazioni sociali ne sono in questo senso rafforzate, perché incontri persone che altrimenti non incontreresti “per caso”.

Lei ha un bimbo, per le famiglie i mezzi pubblici sono comodi?
"Quando ti sposti in tre – con un bambino di un anno – è più complicato, specie nel fine settimana, quando l’orario è meno fitto rispetto alla settimana. In questi primi 10 giorni è già successo di tutto: in un caso siamo riusciti a spostarci tutti insieme ed è stato molto bello, anche per il bimbo, molto incuriosito; in un altro caso non ci saremmo arrivati tutti, così io sono andato con i mezzi pubblici e loro mi hanno raggiunto con l’auto. E poi l’ammetto: l’altra sera ho dovuto cedere, perché ci siamo fiondati d’urgenza dal pediatra per un problema e sono salito in auto con loro. Mi scuso, ma la salute del bimbo va prima di tutto. Poi per tornare a casa ho sfruttato il sistema di bike-sharing del Locarnese, davvero molto utile e comodo".

Quanto pensa di poter resistere senz'auto? Una volta terminato il periodo, ci saranno degli spostamenti che faceva in auto che compirà regolarmente coi mezzi?
"Un mese sicuro, poi vedremo. Per il momento ho l’impressione che a volte convenga affidarsi ai trasporti pubblici, altre volte meno: credo che in futuro integrerò meglio le due modalità, scegliendo di volta in volta in mezzo giusto per arrivare al luogo che devo raggiungere e svolgere l’attività che ho in programma. Ma questa è musica del futuro".

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