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07.11.2018 - 16:020

UDC contro Bertoli. "Liquida in maniera sprezzante le interrogazioni, viene smentito dai suoi direttori!"

Galeazzi ieri ha inoltrato un'interrogazione bis sul salmo svizzero, avendo ricevuto testimonianze che non dovunque viene insegnato. Il partito: "vien da chiedersi chi attualmente sta governando la scuola"

BELLINZONA – Bertoli mente, secondo l’UDC, oppure non ha ben chiaro cosa succede in realtà. Tiziano Galeazzi ieri aveva elencato una serie di sedi scolastiche in cui gli è stato detto che il salmo svizzero non viene insegnato, mentre il DECS aveva garantito che invece ciò avviene in tutte le scuole.

I “fuori legge” sarebbero, per le elementari, Breggia (località Lattecaldo), Coldrerio, Savosa, Camorino, S. Antonino Cadenazzo, Bellinzona, Sementina e Prato Leventina (località Rodi Fiesso) e per le Medie Stabio, Massagno, Tesserete, Giubiasco e Bellinzona. E non è detto siano solo queste, da qui il deputato ha ricevuto testimonianze. 

“Si ha quindi l'impressione sconcertante, che le disposizioni non siano chiare e che non vi siano neppure delle verifiche sull’implementazione . Non si vuole nemmeno pensare che non vi sia da parte del DECS la volontà di non insegnare il Salmo”, aveva scritto in un’interrogazione bis Galeazzi, ove chiedeva se esistono dei controlli e se sì come mai non vi è l’insegnamento capillare.

Oggi il suo partito è insorto contro il Consigliere di Stato socialista. “La smentita dell’insegnamento obbligatorio del Salmo svizzero, così come disposto dal legislativo cantonale su proposta dell’allora Gran Consigliere Marco Chiesa e contrariamente a quanto garantito nelle risposte all’interrogazione del 31 luglio 2018 del deputato Tiziano Galeazzi, dimostra nuovamente la superficialità del Consigliere di Stato socialista. In maniera sprezzante liquida in un’oretta le interrogazioni che lo disturbano o che non gli interessano per poi essere clamorosamente sconfessato dai suoi stessi direttori di sede”, si legge in una nota.

E poi i democentristi si rivolgono direttamente a Bertoli: “Caro Consigliere di Stato, la legge si applica e non la si interpreta in funzione delle ideologie politiche di riferimento. Se non si è in grado di assicurare un compito così semplice, richiesto dal Parlamento, vien da chiedersi chi sta attualmente governando la scuola ticinese. Vogliamo ben sperare che questa figuraccia istituzionale e personale, contribuisca a far sì che il Consigliere di Stato prenda in futuro seriamente in considerazione le richieste del legislativo e gli obblighi che derivano dalle sue scelte”.

“Ora ci attendiamo risposte serie e documentate dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello Sport”, conclude l’UDC.

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