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03.12.2018 - 13:570

Tutti insieme appassionatamente? Lega-UDC, Gobbi direbbe sì e Marchesi...

Il leghista ha ammesso di essere ancora favorevole a un'alleanza. Il presidente democentrista chiarisce quali sarebbero state le opzioni a cui avrebbero detto sì e aggiunge "deve convincere i suoi. Ora mi pare un po' tardi, non stiamo giocando"

BELLINZONA – Prove di… riavvicinamento fra Lega e UDC. I rumors, seppur smentiti, di un intervento anche di Christoph Blocher per convincere la Lega a dire sì a una corsa da alleati, sia per le cantonali che per le federali, era un segno. 

Norman gobbi, sul Mattino di ieri, parlando della sua esperienza da candidato, ha lanciato segnali, non nascondendo di essere favorevole e gettando esche. Che il presidente democentrista Piero Marchesi ha raccolto facendo capire che da via Monte Boglia era arrivato il no, non certo da casa UDC.

“Ho sempre manifestato senza indugio che sarei stato favorevole all’unione delle liste. L’esperienza vissuta ha certamente avuto il suo peso, ma a contare di più sono i molti tratti in comune tra Lega e UDC che mi hanno spinto in questa direzione. Oltre a questo, tra di noi c’è sempre stato un clima di lavoro positivo e costruttivo. La Lega ha una forte anima locale mentre l’UDC è il primo partito nazionale. Sono due movimenti di destra – quindi schierati sullo stesso fronte in molte battaglie – ma che riescono anche a garantire una certa complementarietà”, ha detto Gobbi al settimanale leghista.

“Non sarebbe stata un’imposizione, bensì un ragionamento a più ampio respiro che guardava fino alle prossime elezioni nazionali, non limitandosi alle elezioni cantonali di aprile. Numerosi sono infatti i temi che condividiamo: il controllo dell’immigrazione, l’autodeterminazione, l’indipendenza del nostro paese, il rifiuto per ogni avvicinamento anche legislativo a quanto impone l’Unione Europea eccetera”, ha aggiunto, per poi essere ancora più eloquente. 

Un accordo in extremis? “Dipendesse da me, direi ovviamente di sì per le considerazioni appena esposte. Tuttavia, un percorso di questo genere avrebbe senso solo se potesse contare sul convinto sostegno di tutti. Il motto “l’unione fa la forza” vale anche in politica”.

Secondo quanto detto dell’ex Udc Rusconi al Caffè, sarebbero state le ambizioni di Marco Chiesa (per gli Stati) a far naufragare tutto. È l’occasione, per il presidente democentrista Piero Marchesi, interpellato da tio, di mettere in chiaro alcuni punti. 

Essenzialmente, che il mancato accordo non dipende dal suo partito (il quale ovviamente desidera avere dei vantaggi, altrimenti si perderebbe il senso). “Se non siamo andati in quella direzione è piuttosto chiaro chi abbia negato il consenso. Mi fa piacere che Norman dica di essere pronto a ri-sottoscrivere l’accordo che avevamo discusso assieme, ma non deve convincere noi, semmai i suoi della Lega. Ora mi pare un po’ tardi, se veramente si voleva un accordo non si doveva tergiversare per mesi, non stiamo giocando”.

Ma quali erano le opzioni sul tavolo? “Tra le due opzioni concordate con Norman Gobbi e Antonella Bignasca, c’era quella di una doppia candidatura Lega-UDC agli Stati. Il più votato poi avrebbe incassato il sostegno dell’area al secondo turno (con probabilmente dunque Chiesa e Ghiggia in corsa, ndr)”. I democentristi avrebbero detto sì anche all’opzione che, oltre alla coppia per gli Stati, avrebbe portato due di loro sulla lista per il Consiglio di Stato, come pure alla possibilità di avere Chiesa come unico candidato agli Stati e un solo esponente per il Governo ticinese.

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