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20.03.2019 - 11:230

Denti nella bufera, dal santino al salario. "Amo il Ticino anche quando si lancia in polemiche da bar". I suoi Vicepresidenti lo difendono

Il santino/cerotto è stato commissionato a una ditta di Giusbiasco, che ha dovuto giocoforza rivolgersi a un fornitore italiano. E sui 240mila franchi di salario, Broggini e Gaffurini: "Un impegno simile non può essere preso col sistema di milizia"

BELLINZONA – Franco Denti nella bufera, per il santino made in Italia e per lo stipendio di 240mila come Presidente dell’Ordine dei Medici. 

Partiamo dal santino, o meglio dire dai cerotti che regala, con una campagna in tema “Curiamo il Ticino”. Essi recherebbero l’indicazione di una ditta Settimo Milanese, e sui social si è scatenata la polemica, essendo lui candidato per l’UDC. Ma il medico ha smentito: Con tutto quello che se ne è parlato, ormai oggetto di collezionismo: “Santino/cerottino ordinato e fornito dall'ottima Azienda Mic Mac di Giubiasco, operante sul territorio da 22 anni e che dà da vivere a 12 impiegati tutti residenti. Amo il Ticino quando si dimentica dei veri problemi del lavoro e della sacrosanta occupazione dei residenti e si lancia in polemiche da bar”.

La stessa Mic Mac ha fatto sapere a tio.ch che i cerotti “arrivano da una ditta tedesca e sono stati confezionati in Italia dall'azienda citata” perché “trovare dei fornitori specializzati nei tempi richiesti dalla campagna elettorale non è stato possibile”.

Quindi, la prima polemica è archiviata. La seconda è stata scatenata da una lettera di undici medici iscritti all’Ordine e indirizzata al Governo. Oltre alla durata dell’incarico, prolungata nel tempo, si contestano gli onorari: Denti guadagnerebbe 240mila franchi, e avrebbe 100mila franchi di copertura del deficit del suo studio medico.

Oggi è arrivata la replica dell’Ordine dei Medici, a nome dei Vicepresidenti Nello Broggini e Paolo Gaffurini. “Nel 2006 Franco Denti ha assunto su di sé non solo la presidenza, ma anche il compito di direttore e di segretario generale, di rappresentante dell’Ordine a livello istituzionale (contatti personali con gli altri Ordini svizzeri, con la FMH e tutta la sua complessa organizzazione in Svizzera interna) come pure politico (interazione con il DSS e con il Consiglio di Stato, con le commissioni cantonali e federali, con i rappresentanti ticinesi alle Camere), è divenuto rappresentante dell’OMCT in Gran Consiglio e membro fondamentale della Commissione della pianificazione ospedaliera e della nuova Legge sanitaria”, si legge nella lunga missiva. “Non è pensabile che questo enorme carico di impegni potesse e possa essere sopportato con un sistema di milizia come nella gestione precedente, il ruolo di presidente è divenuto professionale, gestito quindi da un professionista, che mette a disposizione gran parte del suo tempo, con evidente ripercussione sulla gestione e sulla redditività del suo studio medico”.

“Con la gestione Denti, l’Ordine è finalmente ritornato a essere un interlocutore propositivo ed autorevole a difesa della sanità e dei cittadini”, proseguono, facendo notare che, seppur ripartite in modo diverso, le spese per i vertici dell’organizzazione erano simili anche in passato.

Non è stato apprezzato il metodo usato dagli undici scriventi (su 1'500 iscritti). “I firmatari della lettera, hanno avuto l’occasione nel novembre scorso di esprimersi davanti ai presenti, che rappresentavano tutti i medici, avendo accolto l’invito all’Assemblea che viene inviato a tutti i membri. In tale circostanza,l’unica proposta presentata da parte del primo firmatario della lettera, che non riguardava la retribuzione del Presidente, ma solo una modifica allo statuto, è stata debitamente e democraticamente messa ai voti e rifiutata dalla grande maggioranza dell’Assemblea. (…). “Questa esigua minoranza (11 su 1500), non avendo trovato consenso in Assemblea, ha ripreso in mano la tematica a cinque mesi di distanza, guarda caso nel delicato periodo elettorale e per il tramite di una lettera delatoria. Nella vita ci vuole un po’di coraggio!”.

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