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06.10.2015 - 14:120
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Ghisolfi contro Bertoli, «non distingue la realtà». Il ministro: «falso, le decisioni vanno lette»

Duro botta e risposta tra la candidata PPD al Nazionale e il capo del DECS. Ghisolfi attacca accusandolo di fare ciò che vuole alle spalle del Gran Consiglio, Bertoli la invita a non scordare ciò che non le fa comodo

BELLINZONA - Scontro a distanza fra la candidata al Nazionale per il PPD Nadia Ghisolfi e il Consigliere di Stato PS Manuele Bertoli. Sulle pagine de La Regione, Nadia Ghisolfi ha attaccato pesantemente Bertoli, affermando che «ha un rapporto problematico con la verità. Considerato che la scuola dovrebbe aiutare gli allievi a distinguere il vero dal falso, la cosa non è di secondaria importanza». Da dove vengono queste dure parole? Ghisolfi punta il dito sul consuntivo del DECS, dove Bertoli avrebbe affermato di aver risparmiato ma in realtà avrebbe «operato un semplice travaso dal Cantone al Fondo della formazione professionale. Ancora peggio, è che lo si è fatto andando consapevolmente contro la volontà del Gran Consiglio. Rimettendo parte delle spese d'insegnamento di una parte importante dei giovani ticinesi a carico del Fondo, ossia di tutte le aziende ticinesi private e pubbliche, il Cantone rimette in discussione la sua valutazione del settore della formazione professionale rispetto a quella del settore delle scuole medie superiori Il rischio è che la formazione professionale venga considerata (nuovamente) una via secondaria, da cui lo Stato si può disimpegnare». I regolamenti, insomma, devono tener conto della volontà del Gran Consiglio, mentre Bertoli, secondo la deputata pipidina, farebbe ciò che vuole. Non si è fatta attendere la replica pepata del capo del DECS. «Gentile deputata Ghisolfi, inversamente a quanto ha scritto, credo sia lei ad avere qualche problema con la verità», scrive Bertoli, accusando la Ghisofi di aver dimenticato ciò che probabilmente non le faceva comodo. Riguardo al Fondo per la formazione professionale, «nel messaggio sul Preventivo 2014, se lo si legge, è indicata chiaramente (misura 25 di competenza CdS) la volontà di ridurre il finanziamento cantonale ai costi salariali dei corsi interaziendali della formazione professionale facendo scattare l’automatismo secondo cui tali oneri vengono coperti dal fondo. Questo perché il fondo, nato nel 2010, tra il 2010 e il 2013 aveva accumulato riserve cospicue, che devono essere spese per la formazione professionale e non lasciate lì a maturare interessi. Tutto nero su bianco e trasparente, a volerlo leggere, ovviamente. Non c’è alcun disimpegno in questo settore da parte del Cantone, come le ho scritto personalmente dopo il dibattito parlamentare, ma forse non ha letto nemmeno questa lettera». Nadia Ghisolfi aveva citato come esempio di quanto, a suo avviso, Bertoli agisca come vuole, la retromarcia in merito alla Legge e al Regolamento di applicazione delle scuole comunali, causata da un'interrogazione di due deputati, Franscella del PPD e Polli del PLR. «Siccome una norma che andava bene prima del mio arrivo al DECS ora improvvisamente non va più bene l’abbiamo corretta - prosegue Bertoli, - anche se forse i genitori degli allievi delle triclassi e pentaclassi elementari (sono oggi 21 su 806) sarebbero sollevati nel non vedere i docenti di queste classi impegnative lasciati da soli, costretti a farsi trini o quintupli. In nessun caso la scelta del docente di appoggio è stata forzata, visto che il compito dell’autorità cantonale è quello di accompagnare gli enti locali nelle loro scelte pur facendo presenti i criteri di qualità da rispettare allo scopo di offrire una scuola all’altezza del suo compito. Ma forse, anche qui, la risposta non è stata letta».
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