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27.11.2015 - 09:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il Consiglio di Stato spara su Teleticino. Lombardi furioso

Il Consiglio di Stato pretende maggiore rigore dalle emittenti private, visto che avranno più introiti dal canone

BELLINZONA - Due prese di posizione del Consiglio di Stato, che hanno fatto imbufalire Filippo Lombardi. Ma andiamo con ordine. Lo scorso 14 giugno la popolazione elvetica accetta in votazione popolare la revisione della Legge sulla radiotelevisione. Un sì di misura, solo 3'696 i voti di differenza fra il sì e il no, mentre in Ticino il 52 percento dei votanti a sorpresa boccia il testo in votazione. Il Consiglio federale ha quindi messo in consultazione la revisione della relativa ordinanza, e il Consiglio di Stato ticinese ha espresso la propria posizione mediante due missive, la prima del 21 ottobre e la seconda del 15 novembre. Come noto con la nuova legge le emittenti radiotelevisive private che godono di una concessione vedranno aumentare il contributo proveniente dal canone (nel nostro cantone Teleticino, Radio3i e Radio Fiume Ticino), un aspetto che viene salutato positivamente dal Consiglio di Stato. Il quale tuttavia si aspetta «un rigore maggiore da parte dell’organo di sorveglianza nel verificare che i presupposti indicati dalla concessione vengano mantenuti». Una critica fra le righe che Lombardi, presidente del cda di Teleticino, reputa ingiustificata e fuori luogo, come da lui stesso dichiarato al Corriere del Ticino (che fa parte dello stesso gruppo mediatico). «Ci si augura che le autorità federali mettano in atto ogni mezzo, in particolare a cavallo del cambio di sistema di riscossione del canone, per assicurare in particolare il flusso di liquidità verso la SSR, che svolge l’importante mandato di servizio pubblico di fornire contenuti informativi nelle lingue nazionali», si legge ancora nella presa di posizione governativa, firmata dal presidente Norman Gobbi. «Senza dimenticare che la SSR risulta essere in Ticino il secondo più importante datore di lavoro dopo l’Amministrazione cantonale». Al Consiglio di Stato inoltre pare non piacere la scelta di Teleticino di diffondere, in determinate fasce orarie, la programmazione dei Radio 3i in video. Il governo sospetta che altro non sia che un espediente per evitare l’obbligo di sottotitolazione delle trasmissioni informative e della loro prima replica, rinunciando quindi ai programmi di informazione e dando spazio alla programmazione radio. Una critica che Lombardi giudica «assurda», aggiungendo che «forse qualcuno ha voluto cogliere la palla al balzo per farci un piccolo sgarbo». Filippo Lombardi dal canto suo fa sapere «nei prossimi giorni invierò sicuramente almeno due righe a Palazzo delle Orsoline»... .
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