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28.04.2016 - 14:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Insegnamenti personalizzati, valutazioni globali, collaborazioni fra i docenti. Costo? 32 milioni annui

Presentata "La scuola che verrà". Accento sui concetti di personalizzazione e differenziazione, non piacciono i livello A e B. Più importanza ai docenti di sostegno

BELLINZONA - Dopo il pacchetto delle misure per risparmiare oltre 180 milioni in tre anni, il Consiglio di Stato ha presentato un altro importante dossier, volto a modernizzare e rivoluzionare un settore importante come quello della scuola dell'obbligo. "La scuola che verrà", dopo la prima presentazione del 2014, è stato illustrato a diversi attori del sistema scolastico, e contiene sia proposte già definite sia alcune di principio. I settori su cui verte sono in particolare la gestione dell'eterogeneità fra gli allievi, dei criteri valutativi, dei docenti, col loro ruolo, le collaborazioni e la formazione, e gli istituti scolastici in senso "fisico". Gli allievi sono di per sé eterogenei, e l'obiettivo è avere una scuola inclusiva ma di qualità, che faccia sì che qualità extrascolastiche, come le condizioni familiari, non influiscano. Per questo si va in due direzioni, quella della personalizzazione e quella delle differenziazione pedagogica, con pratiche di insegnamento che tengano conto e valorizzino per quanto possibile le differenze tra gli allievi. Con la personalizzazione si cerca di fare in modo che anche gli alunni più deboli riescano a soddisfare le esigenze poi del mondo del lavoro, affiancando alle lezioni più laboratori e atelier, questi ultimi concepiti con modalità tutoriale per riprendere quanto non si ha capito. Si propongono anche diversi modelli di griglie orarie (con lo scopo per esempio di rendere più semplice il passaggio dalla scuola dell'infanzia alle elementari e di garantire un insegnamento maggiormente intensivo di alcune materie, così come un ampio ventaglio di opzioni fra cui scegliere). L'introduzione di corsi A e B in alcune materie non hanno portato i risultati sperati, e con modelli diversi si tenterà di differenziare il più possibile gli insegnamenti senza discriminare né i migliori né gli allievi più deboli. Si vuole anche modificare il sistema di valutazioni: attraverso dei quadri descrittivi mostri in modo più completo delle sole note il livello e le competenze dei ragazzi, in particolare al termine della scuola dell'obbligo. Pure la media base per entrare in alcune scuole post obbligatorie non convince, come d'altronde lasciare accesso libero: si è quindi pensato di indicare per ogni scuola dei criteri necessari, con l'accompagnamento dei docenti nel processi di scelta. Per quanto riguarda i docenti, uno degli obiettivi fondamentali della riforma è aumentare la collaborazione all'interno degli istituti scolastici, sia fra i vari docenti sia con il resto degli attori interessati dell'universo scuola. Si pensa di mettere a disposizione dei consulenti disciplinari per ogni materia, incoraggiando i contatti fra docenti che insegnano materie simili, per aumentare l'insegnamento trasversale. Sono viste positivamente anche modalità di co-insegnamento, per poter meglio seguire allievi con basi diverse, e l'implementazione delle tecniche informatiche con la creazione di un portale globale e multilivello che, oltre agli attuali contenuti informativi, offra spazi per la collaborazione e la condivisione. Il portale si pone come unico punto di entrata per docenti, quadri e operatori scolastici verso uno spazio "virtuale" a loro dedicato. Le novità contenute in "La scuola che verrà" richiedono degli aggiornamenti per i docenti, per cui è incoraggiata la formazione continua, sia teorica che pratica, nei singoli istituti e con collaborazioni fra di essi. Attualmente il livello di autonomia degli istituti cantonali è buono soprattutto relativamente all’organizzazione dell’insegnamento, mentre rimangono maggiormente centralizzate decisioni riguardanti la programmazione e la struttura, la gestione del personale e l’utilizzo delle risorse finanziarie: lo scopo è fornire maggiore autonomia. Si sperimenterà la trasformazione di scuole medie in Unità amministrative autonome (UAA), con maggiori libertà nella gestione finanziaria e dei crediti, magari con la collaborazione di profili professionali adeguati. L'accento va posto anche sui luoghi "fisici" dell'insegnamento, con aule flessibili ma anche spazi informali per lo svago sia di allievi che di docenti, in modo separato. Ideale è l'armonizzazione del tutto. Per realizzare gli obiettivi della riforma, verrà aumentata l'importanza del docente si sostegno e modificata quella del docente di classe, che avrà meno ore di insegnamento per dedicarsi all'accompagnamento. Per i docenti nel formare la griglia oraria sarà importante tener conto del tempo necessario per le collaborazioni citate (anche riguardo il materiale scolastico, fra sedi diverse) e per la formazione continua. "La scuola che verrà", ovviamente, non sarà indifferente dal profilo dei costi. Si cercano scuole in cui implementarla in toto per quattro anni, in modo da raccogliere secondo diversi sistemi feedback dagli attori scolastici. L'aumento dei costi rappresenta il 5,4% di quanto investito attualmente, e si traduce in 32 milioni di franchi annui, di cui 24 a carico del Cantone e 8 dei Comuni.
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