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23.08.2016 - 12:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«"Complici di omicidio" non siamo certamente noi. La linea del Mattino, caro Righini, non cambia»

Risposta infuocata di Quadri al presidente del PS. «Se deve occuparsi di chi insulta la Nazione, le istituzioni e i partiti avversari, avrà molto lavoro... Discredito su chi la pensa diversamente? Comincino a cambiare loro»

LUGANO - «La linea del Mattino non cambia, e rimane: frontiere blindate!». La lettera aperta che Igor Righini, presidente del PS. visibilmente scontento e contrariato dai toni dell'ultima edizione del Mattino della domenica, ha scritto chiedendo a Gobbi un intervento presso il direttore Quadri per abbassare i toni trova subito risposta. È lo stesso Lorenzo Quadri, infatti, a replicare attraversa il suo profilo Facebook. Il Municipale, Consigliere Nazionale e direttore del settimanale non è sorpreso che a Righini non sia piaciuto l'ultimo numero, «visto che non era certo un'edizione concepita per ottenere plausi a sinistra». «Il compagno Righini è ovviamente libero di dissentire nei modi e nella forma che meglio crede, ma non prendiamo lezioni di morale e di "rispetto per l'avversario" da quell'area politica che invoca tolleranza e correttezza solo per chi è della stessa opinione, mentre chi è contrario viene sistematicamente denigrato e delegittimato come razzista, fascista, chiuso, gretto, disumano, "complice di omicidio", e via elencando», prosegue Quadri, precisando che se Righini disapprova chi insulta la Svizzera, le istituzioni e i partiti avversari, per dirigere il PS avrà bisogno di «quantitativi industriali di disapprovazione. Auguri dunque per l'immane lavoro che lo attende e che, se deciderà di affrontarlo, ben difficilmente gli lascerà spazio per tentare di influire sulla linea del Mattino al cui proposito, è evidente, non ha alcuna voce in capitolo». La linea del Mattino non cambierà, rimarrà sempre contro quelli che definisce asilanti che non scappano da nessuna guerra. «Predicare l'accoglienza indiscriminata per i migranti economici viola ed offende la tradizione umanitaria svizzera ed i fondamenti stessi del diritto d'asilo, il cui obiettivo è protezione e non immigrazione. Il diritto d'asilo non può venire pervertito, tramite le consuete logore manipolazioni ed i ricatti morali buonisti, nel grimaldello per sdoganare una deleteria immigrazione illegale di persone che mai saranno integrabili, né socialmente né economicamente. Il prezzo, altissimo, non lo pagherebbe solo la generazione presente, ma anche quelle future», insiste Quadri, lanciando una frecciatina al PS e alle sue trasferte a Como, che occupano il tempo che dovrebbe essere dedicato ai bisognosi ticinesi. Parlando poi delle accuse di essere "complici di omicidio", urlate dai manifestanti a Chiasso, il leghista ritiene che «la responsabilità morale per le morti di migranti, in mare e altrove, la porta semmai chi incoraggia partenze per cosiddetti "viaggi della speranza", in realtà viaggi senza speranza, che nulla hanno a che vedere col diritto d’asilo. E la porta chi addirittura tenta di "agevolare" ingressi illegali in Svizzera, alimentando così pericolosissime illusioni. E la porta anche chi invoca fantasiosi "corridoi umanitari" verso la Germania (ma che bello specchietto per le allodole per far presa sull’opinione pubblica!), ben sapendo che si tratterebbe in realtà non di corridoi, bensì di cunicoli senza uscita. È infatti notizia di questi giorni che la Germania ha deciso di intensificare i controlli doganali con la Svizzera; chissà come mai? Forse perché sa che il Ticino diventerebbe come Lampedusa se gli spalancatori di frontiere l’avessero vinta?». Infine, Righini scriveva che «gettare nel discredito chi la pensa diversamente non giova al bene comune». «Quando gli esponenti del PS cominceranno a mettere in pratica questa enunciazione, e ad applicarla anche ai loro "amici", invece di limitarsi a predicarla agli avversari in un goffo tentativo censorio all’insegna della morale a senso unico, potranno essere credibili. Si dà però il caso che la situazione attuale sia alquanto diversa», conclude Quadri.
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