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25.11.2016 - 18:540
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Due anime, Borradori e Foletti contro i Bignasca e Quadri: la Lega secondo Cattaneo

Il presidente del PLR su Opinione Liberale traccia un quadro impietoso del partito di maggioranza, dove Zali non farebbe più l'unanimità, ed anche fra i Colonnelli, come Caverzasio, ci sarebbe malcontento

BELLINZONA - Rocco Cattaneo attacca, e lo fa senza mezzi termini. Il suo articolo pubblicato oggi dal settimanale Opinione Liberale è un dietro le quinte spietato di quella che secondo lui è diventata la Lega dei Ticinesi, dilaniato dalle divisioni. «Se nel nostro partito fosse successo solo la metà di quello che sta succedendo nella Lega, il Mattino ci avrebbe dedicato la prima pagina per più domeniche di fila, magari col fotomontaggio di marionette che si bastonano di santa ragione», inizia, sarcastico. Riportiamo il testo completo: «Questa volta, invece, a spaccarsi è la Lega, che mai come oggi ha vissuto una frattura così profonda tra l’ala “governativa” o istituzionale e quella cosiddetta “barricadera”. L’avvento di Claudio Zali in Consiglio di Stato, salutato con entusiasmo messianico da via Monte Boglia, si sta rivelando infatti un problema di non facile gestione. Come di non facile gestione è l’amministrazione finanziaria di Lugano portata avanti con coerenza dal municipale Michele Foletti, la cui politica rigorosa stride e non consente più slogan domenicali tipo “Giù il moltiplicatore a Lugano!”, “13esima AVS per i nos vecc”, e altre amenità politiche del genere. Mentre si proclamava “Partito del buon governo” a Lugano, il Politburo leghista sosteneva a spada tratta la tassa di collegamento portata avanti dal direttore del Dipartimento del Territorio, minacciando di scomunica chiunque osasse dire che non la voleva», prosegue Cattaneo. Ma poi «forse oggi molti ticinesi hanno capito che i veri soldatini erano quelli manovrati dal Mattino e da via Monte Boglia e non i politici accusati di essere al soldo delle associazioni economiche! Nessuno, nella Lega, poteva fiatare contro quel balzello, che inizialmente si è cercato di vendere (raccontando le solite balle) come misura dissuasiva e punitiva contro i frontalieri che posteggiano gratis! Poi però, quando ci si è resi conto che quella tassa (se entrerà in vigore) la pagheranno anche decine di migliaia di ticinesi, qualcuno in via Monte Boglia ha forse iniziato a farsi qualche domandina». Le misure antismog hanno rappresentato il primo grande scontro fra il partito e Zali. «Nel frattempo, sulle ali dell’entusiasmo della votazione vinta, il consigliere di Stato Zali ha sfoderato le misure antismog (tra cui le domeniche senz’auto e la circolazione a targhe alterne), che a molti leghisti hanno fatto rizzare i capelli, e da via Monte Boglia sono arrivati i primi “Achtung!”. Archiviate le misure antismog risultate indigeste alle truppe e ai colonnelli leghisti, il consigliere di Stato ha affrontato con piglio deciso un altro grande tema ambientale lasciato nel cassetto da Marco Borradori: il “fetido balzello”, la mostruosa “tassa sul rüt”! Così, pian piano, il consenso granitico che si era formato attorno a Claudio Zali ha cominciato a incrinarsi. Le sceneggiate a cui abbiamo assistito prima, durante e dopo il voto del Gran Consiglio sulla tassa sul sacco hanno portato alla luce profonde spaccature nella Lega, anche se il Politburo di via Monte Boglia negherà fino alla morte che si tratti di spaccature, ma di semplici divergenze di opinione». Per Cattaneo, il gioco sta sfuggendo di mano alla Lega. «Se la Lega ha fin qui sempre giocato furbescamente su due tavoli, tenendo i piedi non in due ma in dieci scarpe, questa volta il giochetto rischia di non riuscire e gli strascichi della frattura potrebbero rivelarsi più gravi di quel che si pensa. “Il fetido balzello” è un tema sul quale Giuliano Bignasca non ha mai voluto transigere: lui e molti leghisti hanno sempre sostenuto che chi inquina non deve pagare, anzi, quasi quasi va premiato! Il referendum, lanciato dalla sezione della Lega di Lugano (e non dal movimento cantonale, anche se poi alla fine è le stessa cosa) per non sconfessare troppo il ministro Zali, era quindi obbligatorio, e quando il sindaco Marco Borradori ha cercato di buttar lì una proposta di compromesso (ritocco compensatorio del moltiplicatore) dal Comandante in capo Attilio Bignasca è arrivato un nuovo “Achtung”: il referendum non si ritira!» Secondo il presidente liberale, non sarebbe tutto oro quel che luccica neppure a Lugano, fra i leghisti. «Mormorano gli uccellini di piazza Riforma che Marco Borradori e Michele Foletti non ne possano più di farsi prendere in giro da via Monte Boglia e dalla famiglia Bignasca, e che mal sopportano la presenza in Municipio del collega plurionorevole Lorenzo Quadri, che ogni domenica sfoga le sue frustrazioni sul Mattino contro tutto e contro tutti. Mormorano i medesimi uccellini che nella Lega c’è sempre più gente (anche tra i cosiddetti Colonnelli, come il capogruppo in Gran Consiglio Daniele Caverzasio) che ormai non regge più questi metodi da partito marxista leninista ortodosso. Che slegamento…». Una situazione, insomma, che sta per esplodere, e su cui Cattaneo, da sempre preso di mira dal Mattino e ormai dimissionario, non ha avuto peli sulla lingua.  
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