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21.02.2017 - 15:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il grido d'aiuto di una giovane donna."Sono malata e incinta, non mandate via mio marito!"

Balza agli onori della cronaca un'altra storia di una possibile separazione forzata. Se l'uomo non trova lavoro, almeno parziale, non otterrà il rinnovo del permesso B, lasciando la giovane moglie che aspetta il loro bambino

BELLINZONA - L'espulsione di genitori stranieri di figli svizzeri fa sempre discutere: separare famiglie non è mai facile per nessuno. 15 ore di lavoro settimanali per permettere a un uomo di rimanere vicino alla moglie, incinta e malata, e di veder nascere il primo figlio. Lei è cittadina svizzera, nata e cresciuta in Ticino. Qualche mese fa ha sposato un cittadino italiano, in possesso del permesso B, che vive nel nostro Cantone da parecchi anni. In un mercato del lavoro difficile, per questo giovane è complicato, poiché non ha un diploma, essendo andato a lavorare molto giovane, e con le lingue fa decisamente fatica. Ora, il permesso B sta per scadere, proprio nel momento sbagliato. La moglie fra un paio di mesi metterà al mondo il loro primo figlio, un avvenimento che dovrebbe essere felice per ogni coppia, e che invece rischia di divenire una tragedia. Se non trova lavoro, almeno 15 ore, dovrà lasciare presto la Svizzera. Sta cercando ovunque, anche lavoretti part-time. La giovane coppia si è recata più volte all'Ufficio stranieri per render nota la situazione e chiedere aiuti, ma la risposta è rimasta sempre quella: o trova un lavoro, oppure gli serve un garante. La moglie è malata, ha richiesto una rendita AI, di cui è in attesa di risposta, dunque non può lavorare, e nessuno della famiglia, secondo l'ufficio, guadagna a sufficienza per assumere il ruolo di garante. La ragazza ha chiesto aiuto su alcuni gruppi Facebook, dove in molti si sono scagliati contro la decisione, e ha espresso la propria rabbia per il fatto di non trovare aiuto, pur essendo cittadina svizzera, malata e incinta. E ha esternato la propria paura all'idea di rimanere senza il suo uomo a crescere il bambino. E se un'altra donna, che ha vissuto un'esperienza analoga, le racconta di aver lasciato anch'essa la Svizzera per stare a fianco del marito, la protagonista di questa triste storia ribadisce di non potersi trasferire, in quanto necessita di cure mediche e viene seguita da dottori ticinesi.
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