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22.03.2017 - 18:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Una sinistra unica, più a sinistra del PS. Ecco il Fronte Alternativo, "per riportare alle urne chi non vota e gli scontenti della Lega"

Il Forum Alternativo cambia nome e oltre a iniziative per precari e migranti, pensa a entrare in politica nel 2019. Cavalli: "non saremo in contrapposizione ai socialisti"

BELLINZONA – Unire le forze di sinistra, intendendo con esse quelle che si trovano più a sinistra del PS, per provare a presentare un fronte unito alle prossime elezioni. Il Forum Alternativo da oggi inizia un nuovo corso e prende il nome di Fronte Alternativo, come spiegato in mattinata nel corso di una conferenza stampa a Bellinzona. Iniziative a favore dei migranti, ma anche un fronte politico. Franco Cavalli ci spiega cosa succederà. Le avvisaglie c’erano già state, dopo che sul Quaderno del Forum Alternativo era stato scritto: “prenderemo quindi contatto con le forze politiche, i movimenti e con tutte le persone disponibili per cercare di rilanciare il progetto di un FronteAlternativo, che possa coagulare le migliaia di ticinesi che oggi non si sentono rappresentati, i molti elettori delusi della Lega (sempre meno movimento popolare e sempre più legata ai poteri forti) e tutto quanto sta alla sinistra del PS e che non escluda all’orizzonte di partecipare alle prossime elezioni legislative del 2019”. Avevamo contattato Cavalli stesso, oltre al sindacalista di UNIA Borelli, venendo rinviati a oggi.

Dunque, state lanciando un nuovo partito?
“Per intanto non è un partito bensì un tentativo di federare tutto ciò che c’è alla sinistra del PS. Se vuole, è un movimento che oltre che proporre una serie di attività nella società, penso a incontri coi precari, helpine con essi, ambulatori per migranti, iniziative nel campo della salute, si è posto come possibile obiettivo di non escludere di scendere in campo per il 2019. Ma a patto di riuscire a federare quelle forze”.

Se non andasse in porto il tentativo di unione, non se ne farà nulla?
“Non vogliamo essere un quarto o un quinto partitino. Sicuramente non mi candiderò in altri modi”.

Un obiettivo ambizioso…
“Sì, concordo, ma sono questi gli unici che ci interessano”.

Negli ultimi giorni è nato anche il Comitato per una nuova politica migratoria svizzera, è un primo passo?
“È anche un passo, ne sono stati fatti diversi. Per esempio, con la cassa malati dentaria, piuttosto che con varie iniziative nel settore del precariato. Questa che cita è la più recente e visibile”.

Quale sarebbe il ruolo del PS in tutto ciò?
“Non pensiamo però di fare una lista col PS, eventualmente in vista delle federali si può ipotizzare di congiungersi, però una lista di sinistra con anche i socialisti non è pensabile, impossibile. Noi ci rivolgiamo a tutti coloro che sono più a sinistra, più i cani sciolti e il mondo di ONG”.

Quindi, vi riferite a MPS e POP, per esempio, I tempi sono maturi?
“Potrebbero avere interesse. Sono chiusi su ste stessi ma attorno a loro c’è un mondo che gira. Vorremmo attirare quel 40-45% di persone che non va più a votare, che è spesso gente di strati sociali con grandissime difficoltà, e quelli che sono delusi dalla Lega, e saranno sempre di più. Ormai in via Monte Boglia sostengono e sviluppano le stesse politiche antisociali dei liberali e dei pipidini. Pensiamo a un possibile recupero di una consistente porzione di elettorato che oggi non vota a sinistra, o non va addirittura più alle urne”.

Non correreste il rischio di poter portar via voti al PS?
“Il rischio c’è sempre, non lo cerchiamo, e proveremo ad evitarlo. La nostra intenzione non è quella”.


Paola Bernasconi



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