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23.03.2017 - 11:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Caprara, "attenzione, le leggi sui migranti sono svizzere. Il triciclo non esiste, dai governi di sinistra derivano sempre finanze disastrate"

Il presidente del PLR, partendo dal Comitato contro la politica di Gobbi, parla a 360° di liberalismo, sinistra e valori: "la solidarietà è importante, ma se eccessiva crea uno squilibrio"

BELLINZONA – Interpelliamo Bixio Caprara, presidente del PLR, per avere un’opinione sul Comitato unitario per una nuova politica migratoria svizzera, e finiamo per parlare con lui a 360° dei valori del liberalismo: che non esclude la solidarietà ma sa che troppa può compromettere le casse. E distingue leggi svizzere da quelle ticinesi, oltre a dire che il triciclo non esiste.

Cosa pensa del Comitato, nato per combattere la politica di Gobbi?
“Penso alla nostra politica!  Ritengo che i casi accaduti, con queste persone che invece di salire sul treno finiscono sul tetto e succede quel che accade, abbiano avuto il loro peso. Una reazione emotiva? La politica reagisce di fronte a fatti di cronaca in modo un po’ compulsivo. Ma c’è da ricordarsi che alla frontiera è la Svizzera che interviene, non il Ticino. Le Guardie di Confine ubbidiscono  a Berna, non a Bellinzona, e ci sono delle procedure e delle leggi da rispettare, che sono nazionali. Anzi dobbiamo essere contenti che la Svizzera abbia una linea precisa, a garanzia delle procedure e dei trattamenti.  Non ci sono mai stati campi o persone che hanno vissuto in tenda, abbiamo dato infrastrutture. E si fa il massimo per distinguere i migranti economici da coloro che fuggono da problemi politici e che rischiano la vita: il grosso dibattito è capire chi è uno e chi è l’altro, anche se la maggior parte migrano per questioni economiche. Il flusso non credo potrà terminare a breve termine e come Svizzera ci stiamo attrezzando per dare una risposta corretta con trattamenti di rispetto a queste persone”.

Dunque lei, da quanto si deduce, appoggia la politica di Gobbi?
“Appoggio la politica della Svizzera. Ci sono delle leggi che devono essere rispettate, stiamo facendo il possibile per rispondere in modo corretto al problema. Abbiamo visto altre nazioni aprire le frontiere, come la Germania, e abbiamo visto quali sono state le conseguenze, per cui bisogna stare molto attenti. Siamo un piccolo paese e gli equilibri sono facilmente sconquassabili da questi flussi”.

È l’inizio di una sinistra unita? Ci sono manovre in quel senso…
“Deve chiederlo a loro, non tocca a me esprimermi. Ho appena visto, a Berna, nell’ambito della Previdenza 2020 un’alleanza del PPD con la sinistra, che ha portato a votare una proposta assurda, una foglia di fico servita per farsi belli. A volte ci sono alleanze spurie che portano a risultati non nell’interesse dei cittadini e nemmeno della pace sociale, perché portare avanti un AVS a due velocità non è nella nostra cultura politica. Siamo di fronte a un pastrocchio”.

Parla di alleanze spurie, lo stesso concetto espresso da Righini parlando del triciclo PLR-PPD-Lega…
“Il triciclo è un’invenzione, adesso non esiste. Basta guardare la cronaca, e Righini deve guardare la realtà odierna e non continuare a ripetere mantra del passato. Ci sono dei temi e su di essi ci confrontiamo, ripeto che non ho mai amato il triciclo ma sono andato più volentieri in bicicletta”.

Un’eventuale sinistra unita la preoccupa, anche dal punto di vista elettorale?
“Siamo in democrazia, in un paese libero. Non può chiedere a un liberale se è preoccupato che qualcuno utilizzi la propria libertà per determinarsi in modo diverso (ride, ndr). Perché dovrei preoccuparmi? I cittadini devono sapere e scegliere, la risposta della sinistra è sempre stata quella di aumentare le spese, di fronte a ogni problema. Bisogna aumentare i controlli, gli ispettori, la soluzione è sempre un aumento dell’apparato burocratico. Una risposta ben diversa dalla nostra, dove il senso di responsabilità in uno stato liberale chiede sempre un equilibrio e che la ricchezza prima di essere distribuita va creata. Certe spese devono essere possibili, altrimenti ci si fa male. Tutte le democrazie gestite dalla sinistra hanno portato a situazioni finanziarie difficili, facendo divenire le finanze il tema principale. Pensiamo a Renzi, che se avesse detto ciò che ha affermato in Svizzera sarebbe stato considerato di destra”.

Ma condivide qualcosa del manifesto contro la politica di Gobbi?
“I valori del nostro partito sono in particolare due: la responsabilità individuale controbilanciata da quella sociale. Il nostro stato è sempre stato caratterizzato da un patto sociale in cui tutti i cittadini si devono assumere le proprie responsabilità e poi c’è da un bene comune da difendere, con solidarietà intergenerazionale, fra benestanti e meno. Abbiamo uno stato attento anche a chi è meno fortunato e ha più difficoltà, ed è molto importante. Sono dei valori che fanno parte del nostro DNA e non ho problemi ad ammetterlo. Ciò non vuol dire che questo tipo di riflesso debba prevalere su tutti gli altri, altrimenti si va in situazioni di squilibrio in cui la solidarietà non è possibile perché non si hanno più le risorse. Abbiamo vissuto per anni grazie all’opulenza di una piazza finanziaria molto importante che per tutta una serie di motivi si è dovuta ridurre, e questa mancanza di ricchezza ci obbliga a rivedere tutta una serie di prestazioni, abbiamo vissuto al di sopra delle nostre opportunità”.


Paola Bernasconi
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