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13.04.2017 - 12:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Mattei contro tutti. "Quella delle commesse doveva essere per forza la legge Ferrara, "Prima i nostri" è la più grossa presa in giro ai ticinesi. E su Zali mi permetto di pensare che..."

Il deputato di MontagnaViva non è convinto della legge, pur avendola votata. "Doveva essere più snella, invece è burocratica. Il Ministro mi lascia perplesso, non c'è una sua legge che va bene"

BELLINZONA – Ha votato sì, ma ha esternato più volte il suo malcontento verso la legge delle commesse pubbliche approvata l’altro giorno dal Gran Consiglio. Abbiamo chiesto a Germano Mattei il perché, ed è uscito un j’accuse, pacato come nel suo stile, a Claudio Zali e alla relatrice della legge, Natalia Ferrara, oltre che a “Prima i nostri”.

“Non è una buona legge. Andava fatta, ma non è buona. È anche molto burocratica e complicata che risolverà poco o nulla, diamo più potere agli alti funzionari. Fra quelle di Zali non ve ne è una che ne funziona, insomma…”

Cosa non le piace, esattamente? Lei comunque ha votato sì.
“Si dice che tutto viene reso snello, ma alla fine se si legge per esempio l’articolo 3, che citava spesso la signora Ferrara, è talmente lungo e articolato che si dovrà attendere il regolamento per capirlo. E anch’esso, prevedo, sarà chilometrico. Sono stati eliminati gli articoli dall’8 al 14, che davano una definizione degli ambiti, saranno tutti rimandati al regolamento stesso. Non è molto chiaro, a mio avviso, il sistema di lavoro. Hanno usato una montagna di carta, ma quando ho visto che un numero importante dei membri della commissione ha firmato con riserva, ho capito che c’era qualcosa che non andava, dopo un lavoro di due anni…”

Nelle sue parole si intravvede una critica alla relatrice Ferrara…
“Mi lascia perplesso. Il suo è stato un gran lavoro, però secondo me è diventata la legge Ferrara che doveva passare così com’era. Vedo per esempio le richieste dei Cantoni, quelle delle Associazioni della arti tecniche, che hanno fatto una cinquantina di richieste, 24 ufficiali, e tutte sono state respinte, mi chiedo se c’è stato davvero un approfondimento. La legge doveva essere così e stop: lei se l’è presa molto a cuore, quasi come un figlio. Poi vedo che la ComCO solleva qualche dubbio, quelli di cui ho parlato pure io: è lodevole cercare di difendere i nostri lavoratori e l’economia locale, ma purtroppo ci sono delle convenzioni e degli accordi internazionali che ci sono e hanno valore, non possiamo sempre voler fare il caso unico perché siamo il Ticino”.

In questo modo, però, mettiamo in dubbio anche anche “Prima i nostri”, non trova?
“È la più grande presa in giro del popolo ticinese. In molti comincino a cercare di dare i lavori ai nostri. Ho dovuto smontare un ufficio con 10 persone in Valle Maggia: enti pubblici e privati vanno tutti fuori, pur essendo nati e cresciuti qui. Sembra che ci prendano per deficienti. Io faccio perizie ovunque, e tutti mi dicono che siamo specialisti di alto valore e non veniamo utilizzati. E poi parlano di “Prima i nostri”… Cerchi qualcuno che fa certi lavori e non si trovano, alcune formazioni come quelle della chimica non ci sono, dunque cosa facciamo, mettiamo un manovale a fare il perito chimico? L’esplosione dei posti di lavoro a Lugano c’è stata ma non possono andare ai nostri, che non possono sopravvivere a 2'500 franchi al mese. Questa gente può andare via, i ticinesi morirebbero di fame. Se li obblighiamo a mettere 4'000 franchi al mese, chiudono uno dopo l’altro. Salari minimi? Certo che sono d’accordo, però è un anno e mezzo che si è votato sul tema e non si sa quasi più nulla…”

Prima accennava alle leggi di Zali che non vanno bene. Boccia anche lui?
“La legge dei posteggi è sotto ricorso, la LIA anche, altre ha dovuto ritirarle, su questa non so… Ho dei dubbi sull’efficacia del lavoro di Zali. Pensiamo al lupo, gli è stata imposta la decisione per 3-2 mentre doveva essere sua, prima dava la colpa all’ufficio caccia e pesca, ora improvvisamente dà ragione al WWF, probabilmente non vuole avere problemi con qualcuno dell’organizzazione. E crea problemi a tutta la montagna e gli allevatori, che andrebbero tutelati. Nasconde degli interessi? Mi permetto di pensarlo, facendo 1+1. Non riesco bene a definire il suo atteggiamento. Non è possibile che ad ogni legge che fa saltano fuori problemi grossi. Magari nella sua testa c’è la volontà di voler liquidare il frontalierato, i padroncini e tutto quello che vien da fuori in perfetto stile leghista, e va benissimo, si comporta comunque in un modo che non riesco a capire, e i risultato sono questi. Basti vedere questa legge, anche se non è detto che l’applicazione sia migliore di quel che sembra. Ma in due anni di lavoro avrebbero già dovuto portare anche il regolamento”.


Paola Bernasconi
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