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11.07.2017 - 12:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Mi sono candidato perché..." Parla Cassis, "negoziare con l'Italia in inglese non è il massimo. Serve una sensibilità di lingua italiana"

Il prescelto dall'ufficio presidenziale, "amo il mio paese e voglio servirlo. In un Parlamento di milizia ciascuno ha una sua professione, non vedo il termine lobby con un'accezione negativa. Il Ticino ha le specificità, non solo problemi"

CAMORINO - Vederlo seduto a fianco di Bixio Caprara aveva fatto capire non solo alla stampa ma anche a chi stava seguendo la conferenza stampa del PLR attraverso Facebook, che Ignazio Cassis sarebbe stato l'unico nome proposto dall'Ufficio presidenziale come possibile candidato al posto di Burkhalter.

Dopo che il presidente ha spiegato motivazioni e riflessioni che hanno portato alla scelta, ha preso la parola l'attuale Consigliere Nazionale. Ha iniziato ringraziando per la fiducia, e sottolineando come mettersi a disposizione non sia stata una decisione facile, "un conto è rispondere teoricamente a una domanda in un'intervista, un conto è quando la scadenza è vicina".

Ma lui è pronto. "Siedo da dieci anni nel Parlamento Nazionale e ho sempre ribadito che è inimmaginabile che il Consiglio Federale non contenga un membro della Svizzera italiana, per un discorso che è gerarchicamente superiore a quello che si limita al Ticino. So che in gioco c'è ben altro che la mia persona: avere un Ministro vuol dire rappresentare una regione che si trova tra il Gottardo e la Lombardia, darle un anello di congiunzione. Non voglio soffermarmi sui motivi di perché il Ticino è svizzero, è così. E abbiamo specificità dimenticate, penso ai problemi come quelli legati al mondo del lavoro ma anche ai lati positivi, come il fatto che siamo un polo della ricerca. In molti ritengono il Ticino un cantone a vocazione turistica, invece c'è un settore quasi sconosciuto, ovvero la fashion logistic che ha una cifra d'affari maggiore. Con la trasversale alpina stiamo affrontando delle sfide che cambieranno tutto, anche a livello culturale". Un rappresentante, ritiene "aiuterebbe i ticinesi a vedere il bicchiere più mezzo pieno che mezzo vuoto, l'idea attuale deriva dal fatto di sentirsi magari un po' abbandonati".

Il Ticino, ricorda Cassis, confina con l'Italia, "il terzo partner commerciale della Svizzera dopo Stati Uniti e Germania. Non scordiamo che nel 2014 sono stati investiti 1,4 miliardi di franchi da parte degli svizzeri in Italia. Noi ticinesi abbiamo la stessa cultura, guardiamo gli stessi film, però l'Italia non è solo un partner culturale per noi bensì commerciale".

"Negoziare dei dossier importanti con l'Italia in lingua inglese non è il massimo", prosegue Cassis. Perciò, è indispensabile che una persona di lingua italiana entri in Consiglio Federale. "E non è una questione linguistica, anch'io parlo tre lingue ma non avrò mai la sensibilità di uno svizzero tedesco".

Infine, elenca i motivi per cui ha detto sì. "Conosco bene le diverse sensibilità delle popolazioni sivzzere. Prima di tutto, amo il mio paese: se non è così, non ti metti a disposizione. Voglio servire la Svizzera. E inoltre mi piace affrontare sfide e risolvere problemi".

Non ha accennato alla sua professione nell'ambito delle casse malati, per molti il motivo di dubbio per la sua candidatura. Ma il tema salta fuori, come prevedibile, quando si passa alle domande da parte del giornalisti, e Ignazio Cassis risponde pacato: "in un Parlamento di milizia come il nostro, tutti hanno un lavoro. Di formazione sono medico, da qualche anno dirigo Curaviva Svizzera oltre che Curafutura. Quest'ultima mi è parsa un buon progetto, che ha portato vento nuovo e concorrenza fra le casse malati. Esse sono un pilastro svizzero, più volte confermate dal popolo, che danno lavoro a 13mila persone: non vedo perché ci si debba eventualmente vergognare a lavorare per le casse malati. Il mio obiettivo è dare le cure migliori possibili a tutti a un prezzo sostenibile. La lobby? Sono sorpreso che si sottolinei sempre il mio legame con il settore, un legame che peraltro ogni parlamentare ha con l'ambiente per cui lavora, ma d'altronde chi vuol criticare deve cercare un appiglio. Se esso è buono o meno, non spetta a me giudicarlo".
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