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28.08.2017 - 16:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

L'UDC prepara l'assalto ai politici con la doppia nazionalità. E anche Quadri non esclude un atto parlamentare, "non passerà ma almeno i contrati devono metterci la faccia"

Il tema, sollevato dalla rinuncia di Cassis alla cittadinanza italiana, fa discutere. Pantani e Regazzi ritengono che non debbano essere permessi, i due Consiglieri Nazionali (separatamente) sono pronti a agire a livello federale, Pinoja a quello cantonalr

BELLINZONA - Il caso Cassis, ovvero la rinuncia del candidato liberale ticinese alla successione di Didier Burkhalter al passaporto italiano, ha suscitato una ridda di polemiche. Il Mattino ne ha parlato abbondamente, interpellando alcuni politici, in particolare Consiglieri Nazionali (da Roberta Pantani a Fabio Regazzi), e tutti si sono detti contrari a Ministri con la doppia cittadinanza.

Natalia Ferrara in un'opinione che abbiamo pubblicato ha voluto dire la sua, difendendo chi ha doppio passaporto, chiedendosi se, continuando così, essi non potranno più entrare non solo in politica ma anche in Magistratura e Amministrazione, e scagliandosi contro una volontà che imporrebbe di scegliere fra la storia propria e dei propri genitori.

Ieri, il Consigliere Nazionale UDC Marco Chiesa ha annunciato una mozione che chiederà di vietare la doppia cittadinanza ai membri del Governo, e vorrebbe anche che chi siede nel Legislativo comunicasse i suoi passaporti in modo pubblico. L'atto, una possibile modifica costituzionale, è già pronto.

E l'UDC non si ferma qui, perché vuole vietare la doppia nazionalità anche ai Consiglieri di Stato: in merito, si sta muovendo con un testo che sarà presentato, sulla scia di quello nazionale, da Gabriele Pinoja.

Intanto, come era prevedibile, Lorenzo Quadri ha ribattutto via social a Natalia Ferrara (è curioso che egli stesso abbia definito prevedibile l'opinione della deputata). Estrapolando, la notizia più importante arriva nel finale: "è improponibile ricoprire cariche istituzionali di uno Stato avendo in tasca il passaporto di un altro, da estrarre quando fa comodo. La situazione è tanto più insostenibile quanto più elevata è la carica. Di conseguenza, presenterò a Berna un atto parlamentare per impedire che i politici federali possano essere bi (o tri) nazionali. Ovviamente non verrà accolto, ma i contrari dovranno mettere fuori la faccia". Dunque, non vi sarà solo l'atto di Chiesa: i due potrebbero unirsi? Non si esclude nulla, ma Chiesa pare più avanti sul tema, che verosimilmente sarà presentato appena possibile.

Quadri scrive anche: "Personalmente, e l'ho detto in più occasioni, ritengo che presupposto per l'acquisto della cittadinanza svizzera sia l'abbandono di quella d'origine. Il che non vuol dire rinnegare le proprie radici. Vuol dire fare una scelta chiara. Naturalizzarsi non è un obbligo. Chi sceglie questa strada, dimostri la propria convinzione assumendosene le conseguenze fino in fondo.Se è umanamente comprensibile che il cittadino "comune", dal momento che la legge glielo consente (cosa che non condivido, ma tale è lo stato di fatto) voglia tenere più passaporti poiché ciò comporta dei vantaggi concreti", lo stesso non vale, come indicato sopra, per i politici.

E poi una steccata a Ferrara e al PLR: "la deputata Natalia Ferrara, titolare di due passaporti, si erge ad avvocata d'ufficio dei politici pluripassaporto. La sua posizione è anche quella del suo partito, il PLR (che finora ha avuto addirittura il capogruppo alle camere federali con il passaporto italiano, ripreso nel 1992)? PLR = partito dei doppi passaporti in politica?".

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