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14.09.2017 - 17:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

I due fronti di Bertoli. "Se i docenti non possono dire la loro, il problema sta altrove. Guerra? Il voto sulla civica non c'entra nulla con l'ora di religione"

Il Ministro difende i docenti dall'attacco di Fulvio Pelli, "se degli infermieri dicono qualcosa sull'organizzazione dell'ospedale nessuno dice niente". E sul caso del giorno, "il leghista ha detto una sciocchezza, oltretutto non spetta al DECS ma di Governo e Parlamento"

BELLINZONA – Manuele Bertoli è particolarmente attivo in merito alla civica. La votazione sull’insegnamento della civica, in programma fra dieci giorni, infatti sta mobilitando il corpo docenti. Sono molte le opinioni scritte da professori sui vari media, alcune favorevoli, molte contrarie. Alcuni non si esprimono, soprattutto di fronte a critiche come quella, pesante, rivolta qualche tempo fa da Giorgio Giudici: abbiamo provato noi a contattarne alcuni, senza ottenere risposte.

A difenderli, c’è Manuele Bertoli. Nei giorni scorsi, anche Fulvio Pelli li aveva accusati, parlando di establishment. Il Ministro ha preso la parola sul Corriere del Ticino, e poche ore dopo si è visto tirare in ballo da Michele Guerra, che nella sua missiva ad alcuni religiosi aveva scritto, in merito alla correlazione fra ora di religione e insegnamento della civica, la soluzione che viene posta in votazione popolare è frutto anche di un accordo affinché non si vada ad intaccare l'ora di religione come invece voleva fare il ministro Bertoli. Qualora dovessimo perdere, sicuramente si procederebbe a scelte ben poco rispettose da parte di Bertoli stesso. Qualora vincesse il NO, invece, ci troveremmo in una situazione problematica visto che si prevede comunque un intervento in ambito di civica (ma visto che sarà probabilmente fatto da Bertoli e funzionari, non si premureranno certo - come fatto da noi - di tutelare l'ora di religione)”. E ha dovuto difendersi anche da questo.

Partiamo dai docenti: per prima cosa, contesta il fatto che Pelli aveva parlato della necessità di corsi per docenti per saper insegnare la civica, perché si tratterebbe di fatto di una modifica solo organizzativa. “Quello che Pelli ha chiamato in tono negativo «establishment scolastico» sta dicendo chiaramente che questa modifica organizzativa non aiuta, anzi rende le cose più difficili. Curioso che ciò venga vissuto come un fastidio”, scrive, e chiede se ci si sentirebbe infastiditi da critiche di altre categorie di lavoratori (cita, tanto per fare degli esempi, infermieri, avvocati, contadini e anche municipali) verso nuove organizzazioni del loro modo di svolgere la professione. “A me non pare. Per questo il fastidio di Fulvio Pelli mi pare poco appropriato, a meno di voler considerare gli insegnanti e i direttori scolastici dei semplici esecutori, magari poi raccontando al contempo che una volta sì che i maestri erano dei punti di riferimento, quindi l’esatto contrario di chi esegue e sta zitto. Il mondo della scuola ha il diritto di dire sulla scuola stessa quel che pensa, democraticamente e naturalmente in maniera adeguata; a decidere saranno comunque poi i cittadini. Se democrazia e dibattito infastidiscono, beh il problema allora mi pare sia altrove”, conclude Bertoli.

Su ticinonews.ch, ha invece parlato della civica e del presunto legame con la religione. "Non è vero che il voto del 24 settembre abbia qualcosa a che fare con la questione della storia delle religioni, anche se anni fa era stata ipotizzata una soluzione che vedeva un incrocio tra i due dossier (civica e storia delle religioni), ipotesi abbandonata da molto tempo per mancanza di consenso da parte della chiesa”, spiega. “La “tutela” dell’ora di religione innanzitutto non c’entra nulla con la civica. L’affermazione di Guerra è poi una sciocchezza, già solo perché sulla questione istruzione religiosa/storia delle religioni le competenze decisionali non sono del mio Dipartimento ma del Governo e del Gran Consiglio. È  triste vedere un deputato ricorrere a questi mezzucci per tentare di abbindolare delle persone, oltretutto dei religiosi, con argomenti fallaci”.

Per quanto concerne la situazione attuale, sostiene di aver chiesto al Legislativo di attendere un accordo tra Governo e chiese.
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