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04.10.2017 - 14:100
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

La versione di Beltraminelli, "non ho mai sottaciuto nulla, e nessuno ha rilevato incongruenze nelle mie dichiarazioni. Una mia ricandidatura? Non ci ho ancora pensato"

Il pipidino insiste sulla provvisorietà e l'emergenza del momento, e spiega cosa significa assumersi la responsabilità politica: "riconoscere gli errori amministrativi che non dovevano accadere invece sono capitati. E trovare una soluzione stabile per l'asilo"

BELLINZONA – Paolo Beltraminelli non ha detto nulla, nella lunga conferenza stampa del Governo, in merito alla richiesta socialista di fare un passo indietro. È stato Manuele Bertoli, in qualità di presidente del Consiglio di Stato, a dire che nessuno di loro ha chiesto una mossa del genere al collega e che lui non ritiene, a sua volta, di doverla fare. Il motivo? I fatti sono lontani nel tempo e non collegabili al presente, dove nel settore dell’asilo tutto fila liscio.

Nel fuoco di fila di domande dei giornalisti, è stato chiesto un chiarimento sulla frase relativa al risparmio del Cantone per aver scelto Argo 1. “Parliamo di termini strettamente economici”, ha ribadito il Ministro pipidino. “Se avessimo affidato lo stesso compito alla società che si occupa attualmente di sicurezza nei centri per rifugiati, la differenza sarebbe stata quella di cui ho sempre parlato. Il Governo non ci ha perso. Adesso ovviamente attendiamo le conclusioni della Magistratura in merito a eventuali perdite per l’AVS e l’erario. Preciso che il 13 marzo, quando parlai davanti al Gran Consiglio, avevo chiesto ai servizi sociali se ci fossero problemi relativi agli oneri sociali e mi era stato detto che era tutto apposto”.

Insiste sulla provvisorietà e l’emergenza del momento, con molti richiedenti l’asilo dirottati dalla Confederazione e l’impossibilità di far capo ai solito partner. Ora, spiega, la situazione è più stabile, grazie anche al fatto che presto si aprirà un centro a Cadro, con 170-180 posti

Alla domanda se ha già pensato a un’eventuale ricandidatura nel 2019, dice di no, “non ci ho ancora pensato”.

E quando gli domandano cosa vuol dire assumersi la responsabilità politica, cosa che ha sempre fatto, ribatte: “significa riconoscere gli errori amministrativi che non dovevano esserci e invece sono capitati. I miei collaboratori mi hanno detto di non capire come mai il mandato è stato allungato dopo il periodo di prova per ben due anni e mezzo senza dirmelo, d’altronde voglio sottolineare come, in un paese dove si viene a sapere tutto, nessuno mi abbia mai segnalato problemi”.

Ci tiene a sottolineare, come già fatto in precedenti occasioni, che al momento non ci sono fascicoli aperti per reati penali per suoi collaboratori, “perché un conto è la negligenza, un altro la corruzione”.
Lui stesso è a disposizione del perito, dice, così come  lo è stato con la Sottocomissione, e che nessuno ha mai rilevato incongruenze nelle sue versioni, così come “abbiamo sempre parlato del caso in Governo, ho sempre attuato la massima trasparenza e non ho sottaciuto nulla ai colleghi”.

“Assumersi la responsabilità politica vuol dire anche trovare una soluzione stabile, per quanto lo può essere vista la ripartizione di rifugiati da parte della Confederazione variabile, per il settore dell’asilo”, conclude.
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