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18.10.2017 - 13:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Verità entro l'estate, tetto massimo di spesa fissato, ma difficoltà a reperire membri: l'idea della Commissione parlamentare d'inchiesta accelera

Il Gran Consiglio potrebbe dire la sua sul progetto della Sottocomissione della vigilanza, fatto proprio dalla Gestione, già nella prossima seduta. La Procura conferma che Morini è un teste affidabile, adesso si scopre che un altro agente Argo 1 passava le informazioni all'esterno

BELLINZONA – La Commissione della Gestione accelera: probabilmente, l’intero Gran Consiglio dovrà esprimersi sulla creazione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Argo 1.
Se prima si parlava di svariate settimane, adesso i tempi sembrano essere più brevi.

“La Commissione della gestione ha deciso di proporre al plenum del Gran Consiglio l’istituzione di una CPI chiamata a far luce sull’operato del Consiglio di Stato, dei dipartimenti e dei servizi competenti coinvolti nella gestione del settore dell’asilo”, ha spiegato la sua presidente Pelin Kandemir Bordoli. La Sottocomissione di vigilanza ha presentato il suo progetto, che è piaciuto alla Gestione e che dunque lo ha portato immediatamente come richiesta formale. Nel frattempo, sarà sentito anche il Consiglio di Stato.

I tempi di inchiesta? Si parla di sei-otto mesi, dunque risultati entro l’estate, con un tetto di spesa però fissato sin dall’inizio in 100mila franchi, salvi nuovi sviluppi (che, bisogna dirlo, emergono ormai quotidianamente).

Si dovranno reperire i membri, perché chi ha fatto parte della prima Sottocomissione non sembrerebbe intenzionato a mettersi di nuovo a disposizione.

Kandemir Bordoli è intervenuta anche sulla lettera di Noseda che spiegava al Consiglio di Stato di non ritenere accettabile la sua richiesta di costituirsi come parte lesa. “Le ipotesi di reato ci sono chiaramente la Magistratura dovrà dimostrare se queste siano vere. Ma riteniamo che sia corretto che lo Stato possa essere un attore presente in questo processo”.

Nel frattempo, la Magistratura, dopo le rivelazioni di ieri del CdT sul superteste Mario Morini (che a noi ha spiegato la questione del ristorante e dei pasti ai rifugiati, vedi suggeriti), la Magistratura ha confermato che si tratta di un testimone attendibile. Semmai, hanno detto i membri dell’ormai ex Sottocomissione, il fatto che l’uomo, impiegato a tempo pieno presso Argo 1, ricevesse anche un assegno di invalidità italiano. “Non è una questione che interessa alla Svizzera”, si era giustificato il 55enne alla RSI.

Sempre il Corriere del Ticino oggi ha reso pubblico il nome di colui che avrebbe portato all’esterno informazioni di ciò che accadeva all’interno della discussa agenzia. Si tratterebbe di Alessandro Capelli, che secondo il quotidiano è in possesso di un permesso B ma vive in Italia, e lavora ora con la Securitas, negli stessi centri per richiedenti l’asilo dove aveva prestato servizio con Argo 1. Sia lui che Morini sarebbero particolarmente vicini al sindacato UNIA.
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