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06.02.2018 - 12:170
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Pronzini all'attacco dei privilegi "illegali", tra Magistratura e Gran Consiglio. "Se il Governo non rispetta la legge che credibilità possono avere le istituzioni?"

Il deputato MPS spiega come "nel 1999 il Parlamento disse che quei privilegi erano illegali, ma il Consiglio di Stato proseguì sulla stessa strada. Nel 2010 se ne accorse il Controllo delle finanze, e i Consiglieri di Stato lo nascosero all'organo che li controlla. Un comportamento delittuoso"

BELLINZONA – Il Governo ha agito nell’illegalità dal 1999, dal 2010 addirittura nascondendo i documenti che lo certificano. E ora? “Quando qualcuno ruba, cosa deve fare?”. È la tesi del Movimento per il Socialismo: Matteo Pronzini da un po’ combatte i privilegi ai Consiglieri di Stato, fra cui i 300 franchi mensili per il cellulare, i due stipendi in regalo, i 10mila franchi di fine carica, estesi anche al Cancelliere.

La sua interrogazione aveva messo il tema sotto i riflettori, le successive domande non avevano trovato a suo avviso una risposta soddisfacente. E ha deciso di agire, prima in Procura, presto in Gran Consiglio, se possibile con l’appoggio del PS, altrimenti da solo. 

Ne abbiamo parlato con lui per capire cosa intende fare.

“Nel 1999 il Gran Consiglio ha attestato che il modo di procedere del Governo era illegale”, spiega, facendo riferimento alla documentazione inviata. “Nello stesso anno, il Partito socialista, con Raoul Ghisletta e Bill Arrigoni, avevano presentato una domanda di risarcimento, in base alla legge che dice che se un dipendente pubblico commette qualcosa per colpa grave deve risarcire. Noi prendiamo di pari passo quel che è stato usato dal PS, e il Gran Consiglio dovrà decidere a scrutinio segreto se vuole procedere nei confronti del Consiglio di Stato”.

“Ripeto, 1999, era stata attestata l’illegalità. Sa chi sedeva, per esempio, in Parlamento? Paolo Beltraminelli, Laura Sadis, Norman Gobbi, Manuele Bertoli. Malgrado questo il Consiglio di Stato ha proseguito gli atteggiamenti illegali. Nel 2010 il Contbrollo delle finanze si è accorto di quanto accadeva e lo ha certificato. Ma il Governo ha pensato bene di nascondere al Gran Consiglio che proseguiva nell’illegalità. Ecco perché è molto grave, il Consiglio di Stato ha nascosto il suo atteggiamento all’organo che lo deve controllare”, continua Pronzini. Da qui, la segnalazione alla Magistratura.

“Cosa mi attendo? Se uno commette un’infrazione penale, deve pagare. E penso a tutti i Consiglieri di Stato andando indietro nel tempo finchè non c’è la prescrizione”.

Restituire i soldi significherebbe ridarli allo stato. Si parla di una cifra di un milione e 700mila franchi, ma per il deputato il problema non è questo. “Se uno dei tre organi invece di rispettare le leggi se ne fa un baffo per avere un tornaconto siamo messi male. Capisce perché c’è poca fiducia nelle istituzioni e si arriva a situazioni in cui non si rispettano le leggi? Se il primo a farlo è l’organo esecutivo, siamo messi male”.

Come si comporteranno gli altri partititi, in particolare quelli di Governo? Pronzini non lo sa. “Già nel 1999 fu chiesto al Consiglio di Stato di sistemare tutto, poi non è stato fatto. Non penso per esempio che Farinelli, Durisch o Agustoni vogliano coprire un comportamento delittuoso. Vedremo cosa accadrà, si tratta di un problema grosso come una casa. Se la situazione non si sana, è dura per le istituzioni stesse, che già stanno vivendo un periodo difficile”.

In caso di no del Gran Consiglio, non ha idea di come proseguirà. “Per ora facciamo un passo alla volta. Anche la Magistratura sta indagando, con una richiesta di risarcimento civile”.

Pronzini ha chiesto il sostegno al PS, con Righini e Durisch. “In pratica ripeto quel che avevano fatto loro, per cui per correttezza mi sono rivolto a loro. Non voglio prendermi meriti, e ritengo che quel che valeva nel 1999 dovrebbe essere valido ancora oggi. Di conseguenza, immagino che saranno contenti di partecipare assieme all’MPS alla richiesta di risarcimento. Per il momento, Righini non si è ancora attivato. Un atto coraggioso? È il minimo, si parla di rispetto. I ragazzini che vanno in motorino a cinque chilometri orari in più o vengono trovato con della marjuana vengono bastonati, e qui no…”.

Sottolinea che gira una voce secondo cui almeno un Ministro abbia un abbonamento per il cellulare pagato, oltre ai 300 franchi garantiti in merito dallo Stato. Ha chiesto lumi in Parlamento.

Paola Bernasconi
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