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05.05.2018 - 14:370
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Volevate gli sgravi? Eccoli". UDC e AreaLiberale presentano un pacchetto per i ceti medi e bassi. "Non avete più scuse o alibi, le misure sono già pronte"

Fra di esse, per esempio, aliquote in modo scalare per il ceto medio, giù le imposte per quello basso, freno all'imposta sulla sostanza e all'impatto del valore locativo per piccoli proprietari e anziani: tutte iniziative parlamentari elaborate. "Il voto di domenica indica che è ora si sgravare ceto medio e aziende"

BELLINZONA – Gli sgravi fiscali sono stati al centro della discussione (così si può dire, vista la bassa percentuale di votanti accorsi alle urne settimana scorsa…), ed ora UDC e Area Liberale li rilanciano. Ma non per le aziende, per i cosiddetti ricchi come hanno detto i contrari, bensì per il ceto medio. Ieri in una conferenza stampa infatti sono state presentate undici misure, che sono poi undici iniziative parlamentari elaborate.

Esse hanno “un volume di sgravi di circa 125 milioni a pieno regime nel 2026 (97 mio per le PF e 28 mio per le PG). Lo sgravio fiscale è distribuito progressivamente dal 2019 fino a raggiungere il massimo nel 2026”.

Il titolo è eloquente: “Prima noi, i contribuenti. Ora, giù le imposte al ceto medio e alle aziende!”

“È adesso il momento giusto per lanciare dopo 15 anni un nuovo pacchetto equilibrato di sgravi fiscali per le PF e le PG. Tra le misure: giù le aliquote in modo scalare per il ceto medio alto dal 15% al 11% entro il 2026 e giù le imposte del 10% per il ceto medio basso; freno all’imposta sulla sostanza, freno dell’impatto del valore locativo per i piccoli proprietari e anziani; favorire le successioni aziendali; trattenere le società speciali con aliquota sull’utile al 5%; aumento della deducibilità fino al 50% per le donazioni a enti di pubblica utilità privati (liberalità), deduzioni sociali solo per figli in Svizzera, e altro ancora. Il gettito è cresciuto enormemente e la pressione fiscale rimasta invariata da oltre un decennio ha prodotto molte più entrate di quelle previste, e la pressione fiscale accentuata con le misure di “riequilibrio” del 2016 porta il gettito ad impennarsi e la politica fiscale fuori rotta”, si legge nella nota che ha accompagnato la presentazione delle misure. Adesso, e non dopo, È ora il momento, secondo i democentristi.

“Anche il voto della scorsa domenica ci indica chiaramente che è tempo ed ora di sgravare il ceto medio e le aziende ticinesi. Le casse dello Stato sono strapiene, contrariamente a ciò che affermano con la solita cantilena delle casse vuote i socialisti e gli statalisti distribuiti in tutti i partiti. Questi vogliono solo più soldi per spendere di più”, attaccano. “La politica fiscale cantonale, come purtroppo da oltre 10 anni è stato fatto, non può dipendere ed essere solo reazionaria alla politica fiscale della Confederazione, o peggio ancora sparire dall’agenda politica dei Governi che si sono succeduti dal 2007”.

Per chi insinua che il tutto sia nato dopo il voto, UDC e AreaLiberale precisano che stavano lavorando da tempo alle misure. “Il pacchetto nel complesso è una risposta: concreta, necessaria, tempestiva e indispensabile che occorreva attuare anche prima di oggi”, fanno notare.

“In poche parole, se la politica, i partiti e le organizzazioni economiche vogliono davvero e seriamente fare, (secondo noi indispensabili e necessari), sgravi fiscali come si è letto e sentito per tutta la campagna per il voto di domenica scorsa; e se vogliono mantenere la parola data in più occasioni in Gran Consiglio; non hanno più scuse o alibi artificiali, se vogliono possono e devono decidere in fretta di attuare le proposte equilibrate, efficaci e ed efficienti di questo pacchetto confezionato “pronto all’uso”, terminano, aggiungendo che il tema del risanamento delle finanze sta certamente a cuore anche a loro.
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