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29.05.2018 - 14:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Gli agenti ritirano la denuncia contro Pronzini. Che però attacca: "commistione fra potere politico e amministrativo-poliziesco inaccettabile. Il comando di Polizia è inadeguato"

"Mi scuso, non volevo offendere nessuno", sostiene il deputato. "Con la decisione conciliativa, ho dato chiare indicazioni sulle priorità, non saranno il PLR e i suoi tirapiedi a intimidirci. Cambiano le maggioranza ma non il clima intimidatorio? Vi pare normale che il nome del giovane minorenne circolava sui social?"

BELLINZONA – Matteo Pronzini si è scusato con gli agente comunali di Bellinzona, che non intendeva offendere. La vertenza, al centro di un’interpellanza del PLR, si è dunque conclusa con il ritiro della denuncia da parte dei poliziotti.

Ma se a livello giudiziario ora la storia è chiusa, il Movimento per il Socialismo dice la sua. Prima di tutto, viene per la prima volta specificato che la presunta scritta del giovane minorenne che la Polizia stava multando durante la manifestazione dell’8 marzo a Bellinzona era in ambito sportivo.

“Rimane assolutamente sospetta la tempistica con la quale un’interpellanza del PLRT (Käppeli) in consiglio comunale anticipava di qualche giorno l’inoltro della denuncia dei due poliziotti. Una commistione (non certo nuova) tra potere politico e potere amministrativo-poliziesco assolutamente inaccettabile”, attacca l’MPS in una nota. “Matteo Pronzini, con la sua decisione conciliativa, ha dato chiare indicazioni su quali siano le nostre priorità politiche; non saranno certo le fetenti manovre del PLRT di Bellinzona, dei suoi tirapiedi – in particolare quelli alla testa di settori dell’amministrazione comunale – a intimorirci o a farci desistere dalle nostre battaglie politiche (da quella sul futuro dell’Officina a quella del grande imbroglio che si è consumato ai danni del sistema pensionistico del personale della città)”.

Viene denunciato un clima di “intimidazione politica che ormai regge tutte le istituzioni del comune. Cambiano le maggioranze politiche, ma i metodi sono sempre gli stessi”: accuse pesanti.

E non viene risparmiata nemmeno la Polizia, anzi.” Da notare poi l’assoluta inadeguatezza del comando della polizia comunale di Bellinzona che, di fatto, ha permesso che circolasse un rapporto di polizia (quello stilato dai due poliziotti) che menzionava per esteso il nome del minore coinvolto, nome che è poi stato ripreso anche su qualche social network. Alla faccia della riservatezza che la Polizia dovrebbe garantire in questi casi. È vergognoso che un Municipio, per di più diretto da un ex-magistrato, possa permettere che queste cose accadano senza alcuna reazione! Ma le disfunzioni in seno al corpo della polizia comunale della città di Bellinzona (e in particolare della sua direzione) non sono cose nuove. La vecchia Bellinzona ha vissuto stagioni tribolate in questo ambito; che, forse risolte formalmente, hanno comunque lasciato intatti i vecchi meccanismi di potere e di subordinazione”.
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