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29.01.2019 - 15:430

"Giovani ma non rampanti: 26 anni di media e già tanta esperienza"

Il Partito Comunista rivendica la lista più giovane non solo per il Governo bensì anche per il Parlamento e lancia un appello a sinistra: "Conserviamo il seggio, senza urla o promesse illusorie"

BELLINZONA – Chi presenta più donne, chi ha l’età media più giovane. Ogni lista ha i suoi “record” e il Partito Comunista vanta dei candidati al Gran Consiglio con l’età media di 26 anni. Ma guai a parlare di sbarbatelli, anzi! E lo stesso vale per il Governo. 

“I nostri candidati - alcuni di essi indipendenti - sono tutt'altro che giovani rampanti: oltre all’esperienza istituzionale nei comuni da parte di alcuni di loro spesso passata sotto silenzio mediatico, molti altri hanno potuto già rendersi attivi sul territorio sostenendo diverse campagne a favore di temi importanti (dalle borse di studio, ai trasporti pubblici gratuiti, alla lotta contro la riforma fiscale, ecc.)”, precisa il partito in una nota.

“La preparazione politica e la serietà dei nostri candidati, nella migliore tradizione progressista del Partito del Lavoro, ci distingue da chi a sinistra gioca unicamente sugli slogan vuoti e la polemica sterile. Siamo in tal senso particolarmente orgogliosi che, pur nel rinnovamento dei candidati, abbiamo saputo unire generazioni diverse di militanti, infatti figure che hanno fatto la storia del Partito del Lavoro ci sostengono come proponenti: da Marco Ferrazzini (già granconsigliere e municipale di Chiasso) a Stelio Mondini (per anni consigliere comunale di Locarno)”, proseguono.

Per poi lanciare un appello a sinistra: “è il momento di compattarsi per salvare il seggio in Gran Consiglio che in questa legislatura ha presentato - spesso in sordina - quasi una settantina di proposte su temi quali l’istituzione di un Tribunale del Lavoro, la regolamentazione delle agenzie di sicurezza private, l’aumento dei posti del “corso passerella” per gli apprendisti, il controllo sulle finte scuole e università private che dietro pagamento fungono da “diplomifici”, l’aumento a 18 anni dell’obbligatorietà scolastica, ecc. Senza urla, minacce o promesse illusorie, perseguiamo una politica di redistribuzione della ricchezza, senza sgravi fiscali ai ricchi e compromessi avvilenti”,

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