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29.08.2019 - 13:340

Marchesi: "I fungiatt frontalieri non portano indotto. Tassiamoli"

Il presidente dell'UDC riprende un vecchio tema trattato ai tempi da Chiesa: una tassa per chi viene in Ticino a cercar funghi (da cui sarebbero esclusi i ticinesi e che andrebbe dunque a carico sostanzialmente degli italiani)

BELLINZONA – I social sono pieni di foto di funghi. La stagione pare promettere bene, con porcini che finiscono nei risotti, alimentando di buon gusto le serate in compagnia. A cercare i funghi appassionati ticinesi ma non solo.

Per Piero Marchesi, bisogna introdurre una tassa sugli stranieri, più che altro italiani, che vengono nei boschi ticinesi. Il motivo? Non portano indotto.

“Ogni anno il periodo estivo riaccende la discussione sul tema raccolta funghi. La passione colpisce i ticinesi e anche molti cittadini residenti all’estero che si recano in Ticino perché trovano una regione con boschi e montagne bellissime, che generalmente permettono una buona raccolta. In questi periodi la frequentazione della montagna e dei vari boschi è molto alta e non sempre il rispetto della natura è una conseguenza naturale. Le regioni periferiche, con le loro strutture di accoglienza del turismo (ristoranti, bar e alberghi) ben poco beneficiano di questo andirivieni di persone e mezzi, la frustrazione è facilmente riscontrabile discutendo con le persone e gli attori economici locali”, si legge in una mozione.

Infatti, “molti cittadini residenti nella vicina Italia giungono alle prime ore dell’alba sulle montagne e nei boschi ticinesi, raccolgono quantità importanti di funghi e ritornano al proprio domicilio senza neppure consumare un caffè in un esercizio pubblico. Nessuno li obbliga a farlo, certamente, ma neppure il Ticino a permettere loro la raccolta gratuita. In molte Regioni italiane di confine è obbligatorio un permesso rilasciato dalle Autorità preposte”.

Già qualche anno fa, nel 2014, Marco Chiesa chiese qualcosa di simile: “l’introduzione di una tassa per i “fungiatt” residenti su suolo straniero, assoggettandoli con una tassa a loro destinata escludendo i residenti”.

Il Consiglio di Stato rispondeva: “L’ipotesi di una tassa per la ricerca di funghi d’importo più elevato, a carico dei soli non domiciliati – avanzata ad esempio anche dalla mozione 22 settembre 2014 di Marco Chiesa –, non può invece essere presa in considerazione, perché manifestamente lesiva dei principi di proporzionalità (cfr. art. 36 cpv. 3 Cost.) e della parità di trattamento (art. 8 Cost.). L’esenzione dei domiciliati dalla tassa di cancelleria può per contro ancora essere giustificata, in ragione della sua modicità e del fatto che copre oneri amministrativi contenuti, in ogni caso finanziati dai domiciliati mediante le imposte correnti.”

Per Marchesi, “si può dunque affermare che una tassa per la raccolta funghi per i residenti all’estero sia applicabile, come lo sia pure l’esenzione per i residenti in Ticino in quanto contribuenti. Il messaggio 7131 veniva poi ritirato dal Consiglio di Stato il 29 maggio 2017 lasciando la problematica irrisolta”.

A seguito di ciò, chiede al Consiglio di Stato di:

"1. Prevedere l’introduzione di una tassa per la raccolta dei funghi da applicare unicamente ai raccoglitori di funghi provenienti dall’estero mediante modifica della legge attuale (LFu);

2. L’autorizzazione alla raccolta funghi dovrà avere una validità limitata (massimo 5 giorni), ma rinnovabile;

3. Idealmente l’autorizzazione alla raccolta potrà essere rilasciata dai Comuni;

4. La tassa dovrà coprire i costi di cancelleria dei Comuni e finanziare un budget cantonale annuale a beneficio del bosco (pulizia e riqualifica dei boschi);

5. Le Autorità cantonali preposte controllano adeguatamente il rispetto della nuova legge".

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