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11.12.2019 - 17:100

La maratona del Preventivo arriva in fondo. Sì ai conti dello Stato

Dopo 13 ore di discussione e molti emendamenti, hanno detto sì Lega, PLR e PPD, mentre hanno votato contro PS, UDC, MPS e alcuni Verdi

BELLINZONA – C’è volta mezza giornata, anzi di più, ovvero 13 ore di discussione, ma alla fine i conti dello stato, col Preventivo 2020, sono stati approvati. Il disavanzo sarà di quattro milioni di franchi.

Come preannunciato, hanno detto sì Lega, PLR e PPD, mentre hanno votato contro PS, UDC, MPS e alcuni Verdi. Tutto come previsto, insomma. Il Preventivo passa con 45 voti a favore, 28 contrari e 4 astenuti.

La discussione si era incendiata già ieri. Il tema era comunque delicato perché all’orizzonte ci sono la riforma fiscale, gli interventi sulla scuola, il pacchetto sociale (in cui, Vitta ha sottolineato, il Governo si è impegnato a trovare un accordo). 

La Lega, pur avendo detto sì, ha voluto rimarcare le difficoltà quotidiane dei ticinesi, così come il PPD è stato critico, spiegando che se alle scorse elezioni tutti i partiti storici hanno perso voti significa che il popolo mette in discussione lo status quo.

L’UDC ha da un lato lamentato (come la Lega) la crescita delle spese, dall’altro ha proposto un emendamento, con Morisoli, per aumentare di 10 milioni i soldi da mettere a disposizione della scuola, come atto di fiducia al lavoro del DECS.

Il PLR ha voluto ancora una volta lodare Vitta: “questo preventivo ribadisce la tendenza degli ultimi anni alla stabilità dei conti pubblici, a conferma dell’ottimo lavoro di costruzione del consenso svolto dal Consigliere di Stato Christian Vitta. Il PLR ha sempre affermato che uno Stato progettuale e lungimirante deve avere finanze sane quale premessa imprescindibile per affrontare le priorità del Ticino. La ricchezza prima di essere distribuita deve essere creata, ma con equilibrio e definendo chiare priorità”.

“Non porta risposte alle preoccupazioni dei ticinesi”, è stato netto l’MPS, che ha presentato quasi una decina di emendamenti. I socialisti per contro hanno votato no parlando di “un preventivo fragile che non risponde né dal punto di vista finanziario né dal profilo politico alle necessità del Cantone, ai bisogni della popolazione e alle urgenze che vanno affrontate grazie ad azioni e misure concrete assenti da questo preventivo”.

Alla fine, si è arrivati al voto. Ma per il Gran Consiglio il lavoro non è finito: si passa al salario minimo.

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